Vi racconto Chicago

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Bianca
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Vi racconto Chicago

Messaggio da Bianca »

Viaggiare è imparare, trasmettere l'imparato è un dovere.
Con questo motto inventato da me, cercherò di passarvi informazioni, entusiasmo, aneddoti, usando occhi e orecchie come fossero anche i vostri.

Sono uscita di casa circa 24 ore fa ed eccomi sbarcata all'aeroporto di Chicago.
Ricuperata la valigia in pochi minuti, mi fiondo fuori e mi ritrovo in una camera a gas...
Decine di mezzi di tutte le grandezze, sostano con il motore acceso (conservare il freddo all'interno è rigorosamente obbligatorio!) inghiottendo o vomitando passeggeri e bagagli, in una confusione che mi viene da pensare di essere arrivata a Dakar.
No, sono arrivata nella Big Apple in miniatura.

(Continua)

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Valkyrie
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Re: Vi racconto Chicago

Messaggio da Valkyrie »

non avevi paura di perdere la strada??? >.<

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Bianca
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Re: Vi racconto Chicago

Messaggio da Bianca »

Non mi perdo, stai tranquilla...

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TheBlueJellyfish
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Re: Vi racconto Chicago

Messaggio da TheBlueJellyfish »

Bianca ha scritto:Non mi perdo, stai tranquilla...
Ma buon viaggio, allora.

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nome777
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Re: Vi racconto Chicago

Messaggio da nome777 »

Quoto! pollice insù

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Bianca
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Re: Vi racconto Chicago

Messaggio da Bianca »

Grazie!

Se voi doveste andare in mezzo ad un popolo che ancora vive allo stato primitivo, vi documentereste, vi preparereste ad affrontare questo incontro cercando di capire usi e costumi.
Ecco, fatelo anche con gli americani, perché è necessario.
Sono molto particolari e hanno bisogno di essere capiti.
Sono un insieme di ingenuità, tenerezza, ignoranza (in senso buono!) che lascia sconcertati.
Sono un insieme di religioni sfumate, di tradizioni ferree, di culto di quello che era ieri e che oggi non c'è più.
I loro musei sono pieni di cose che noi utilizziamo tuttora.
Sono anni che mi chiedo come possano essere, sotto tanti aspetti, avanti rispetto a noi.
La risposta è forse questa: prima arrivano le idee, poi loro.
La loro dieta è composta di schifezze.
Ho visto 5 bambini della stessa famiglia, tra i 4 e i 9 anni, riempirsi il piatto a colazione, di pancetta fritta, uova sode, piccole salsicce, patate piene d'olio, pancakes, il tutto irrorato da abbondante sciroppo d'acero e accompagnato da beveroni colorati e pieni di ghiaccio.
Lo facessero i nostri bambini, alle 11 li portiamo in pronto soccorso.
Eppure, non muoiono più di noi e a parte l'obesità gravissima, non presentano più di noi, problemi di salute.

Se comprate alimentari al supermercato, non preoccupatevi di come li conservate: non si guasteranno mai.
La quantità di conservanti che hanno all'interno, vi permetterà di dimenticare prosciutto, formaggio, torta alla panna, insalata di patate, nel bagagliaio dell'auto, in un parcheggio al sole. Potrete consumare il tutto dopo tre giorni, come se fosse appena comprato.
Anche loro, dopo morti, si conservano intatti per secoli come la mummia di Tutamkamon.
Ricordatevi che tutto è addizionato di vitamine, tutto.
Le loro allergie non si contano più.
Hanno trovato addirittura, che qualcuno è allergico alla forfora dei topi.

Il loro concetto di pulizia è un po' strano, nel senso che esiste solo la doccia.
Quindi, non avendo vie di mezzo, se non hanno fatto la doccia, in ascensore, qualche problema lo creano.

Riprendiamo...
Sono appena uscita dall'aeroporto, dopo essere stata sottoposta a tutta una serie di procedure...
Foto, (e solo Dio sa quale collezione di foto/mostro hanno di me, ripresa dopo 12 ore di volo!) impronte digitali, domande del tipo:
Hai in valigia alimentari di cui vuoi fare commercio?
Porti armi con te?
Sei venuta negli USA con l'intenzione di rapire bambini?
Pensi di commettere crimini?
Vuoi fare commercio di droghe?

Mi ricordo la prima volta che entrammo...
Vedendo i miei occhi sbarrati, mio marito mi sussurrò: rispondi sempre NO...
(Continua)

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Edward
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Re: Vi racconto Chicago

Messaggio da Edward »

Oddio Bianca, tutto questo è bellissimo! Continua per favore!

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Bianca
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Re: Vi racconto Chicago

Messaggio da Bianca »

Ciao Ed! Resta con me che continuiamo il giro...

Tutti gli hotels che si rispettino, hanno una navetta che fa avanti e indietro, hotel aeroporto.
Dopo un'ora e un quarto passati nella camera a gas (signora aspetti sta per arrivare!), mi compare un bus con il nome dell'hotel sulla fiancata.
L'autista mi prende la valigia e io vado ad installarmi.
Dopo dieci minuti di viaggio, si ferma; l'autista mi butta la valigia davanti all'hotel, (gli italiani non danno mance...) e io guardo la costruzione...
Dalle foto mi sembrava diversa....
Mostro all'autista la prenotazione e quello fa: questa navetta va in tutti gli Hilton, eccetto quello dove deve andare lei.
E adesso cosa faccio?
Torni in aeroporto con un taxi.
Salta sul bus e riparte.
Vado alla reception e senza più un suono, mostro la prenotazione...
L'impiegata mia guarda come se vedesse uno scarafaggio (non devo essere la prima che arriva in quell'hotel per sbaglio...)
Lei può andare al suo hotel prendendo il treno, oppure le chiamo un taxi.
Se vedo delle rotaie mi butto in mezzo! Facciamo la seconda.
Arriva il taxista, salgo e parte.
Solito interrogatorio al quale vengo sottoposta ovunque: da dove viene, perché, per come, numero di scarpe, ecc...
Non ho finito di rispondere che comincia ad imprecare in spagnolo.
Il traffico è completamente bloccato e l'unica strada per arrivare nella down Town è quella.
Mentre noi avanziamo col rallentatore, al centro della stessa strada, sfreccia il treno...quello che la hiltoniana mi aveva suggerito.
Dopo un secolo, arriviamo davanti al MIO hotel.
L'autista mi mostra lo schermo della macchinetta mangia carta di credito, che segna 50 dollari e mi fa : facciamo 60?
Io rispondo: perché?
Perché io adesso devo tornare indietro!
Guardi, per me può anche tornare col treno o prendersi una camera all'Hilton, ma non saranno i miei 10 dollari in più che le risolveranno il problema!
Dicendo in spagnolo quello che pensa di me, di tutti gli italiani, di mia madre, mia sorella, infila la mia carta, ricevuta e vai.
Ceck in = coda
Mi addormento tra un avanzamento e l'altro e giungo di fronte al bancone.
Prima domanda: le vanno bene due king?
Senta, posso cambiare i due king con un principe e mi fa felice?
Il principe può avere il cavallo?
Quello non capisce.
Controlla il passaporto, mi ficca la tessera/chiave: dodicesimo piano, siamo felici di averla con noi, tutto l'hilton la saluta, le auguriamo un buon soggiorno nella nostra ridente cittadina e nel nostro storico hotel, se ha bisogno di qualcosa non esiti a contattarci, siamo a sua disposizione.
Gli ascensori sono 19....
(Continua)

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Bianca
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Re: Vi racconto Chicago

Messaggio da Bianca »

e si aprono su una piazza di pianerottolo.
Ma c'e' un solo pulsante di chiamata su tutto il piano.
Appena si schiaccia, uno degli ascensori suona per segnalare l'arrivo.
La porta del suddetto, puo' trovarsi anche dalla parte opporta a quella in cui si trova chi vuole salire.
La cosa e' semplice, basta esercitarsi un po' di volte e riesce benissimo.
Avete presente la ginnastica artistica ? Avete presente quando l'atleta parte a tutta velocita' in diagonale?
Basta fare lo stesso, ricordandosi che in mezzo alla piazza ci sono dei divani, quindi, si dovra' eseguire il triplo salto mortale con avvitamento, si supereranno i divani e si atterrera' esattamente di fronte all'ascensore aperta.

Ma non e' finita qui.
Sarebbe troppo facile.
Gli ascensori non portano tutti a tutti i piani, quindi ci si puo' trovare in un ascensore in cui manca il numero che dovresti schiacciare tu.
Fa ridere, perche' l'interno e' un po' in penombra, la pulsantiera e' di ottone, quindi vedi i passeggeri che si spingono sulla tastiera cercando disperatamente il loro numero.
I piu' penalizzati sono i cinesi.
Intanto, l'ascensore parte, per destinazione ignota e la gente comincia ad agitarsi....vedi visi smarriti e pallidi che si chiedono dove andranno a finire.
La prima volta che e' successo a me, dal quattordicesimo piano, sono scesa per la scala di emergenza fino al dodicesimo.
Poi ho memorizzato gli ascensori che avevano il 12 e se non arrivavano quelli non ne prendevo altri.

I bagni americani.......

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Edward
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Re: Vi racconto Chicago

Messaggio da Edward »

Aspetta Bianca! Non sono sicura di aver capito. Ci sono ascensori che portano solo ad alcuni piani? E come si fa a saperlo, bisogna PRIMA controllare tutte le pulsantiere?

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Bianca
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Re: Vi racconto Chicago

Messaggio da Bianca »

Si', la pulsantiera di alcuni ascensori manca di alcuni piani.
Non lo puoi sapere prima, lo vedi solo quando sei dentro e dopo esserti posta delle domande, del tipo: perche' i numeri non sono in ordine? Perche' non trovo il 12? perche' la pulsantiera non e' illuminata? checcavolo! ci vedevo cosi' bene con sti occhiali! Cielo! manca anche l'8! E il 13 dov'e'? L'avranno tolto perche' sono superstiziosi?

Il tutto complicato dal fatto che in ascensore c'e' altra gente...
Se vedi uno appoggiato alla parete, con la faccia beata che guarda il soffitto, e' quello che ha trovato il suo numero di piano.
Io mi sono fatta due piani per la scala di servizio e meno male che non avevo la valigia perche me l'avevano gia' portata in camera e meno male che non era la scala esterna di salvataggio, quella in ferro che nei film usa sempre l'assassino!

Eravamo rimasti ai bagni....

Arrivo in camera e, avendo chiesto una doppia uso singola, giustamente mi trovo i due beds che non sono kings ma sono queen, ovvero, letti da una piazza e mezza e due bagni completi.
I bagni americani, come molti sapranno, non hanno mai visto un bidet.
Se interpelli un'americana su cose intime, ti risponde scandalizzata: ma noi ci facciamo la doccia!!!!
Si', la doccia mi sta bene, ma una volta al mese, non 4 volte al giorno!
I bagni dell'Hilton, hanno un problema in piu': la doccia ' e' fissa. Ovvero, il telefono portatile non esiste.
Se ti metti sotto, e' doccia a tutti gli effetti.
Puoi sempre usare il lavandino, se hai lavorato in un circo come contorsionista.
Se poi, devi chiamare la house kipping che ti venga a discontorsionare, sono affari tuoi.

I bagni sono ciechi e tu se non lo sei, lo diventi.
Non c'e' lo specchio ingrandente, quindi, quando lascerai l'Hilton, avrai peli ovunque e sopracciglia con cui fare le trecce.
Del trucco al mattino, ne parliamo un'altra volta.

Due parole sull'Hilton Chicago..
E' un enorme edificio storico, in mattoni rossi, formato da torri.
Ha ospitato Truman, Kennedy, Marilin (be, e' ovvio!... camera singola uso doppia) Bianca, (camera doppia uso singola....sigh..) e altri meno importanti.
E' molto scenografico, tenuto bene, non sa di vecchio.
Quando entri pensi: qui sono come una formica nella Quinta strada, invece no, sanno che esisti, ti tengono d'occhio e scopri che se hai bisogno di qualcosa, c'e' chi e' pronto a soddisfare ogni tuo desiderio.
Questa scoperta mi ha sorpreso.
Ma soprattutto mi ha sorpreso che di me, si occupasse, niente di meno che..... la Security...

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Re: Vi racconto Chicago

Messaggio da Edward »

Ma sarebbe questo?

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Re: Vi racconto Chicago

Messaggio da Bianca »

E' questo Yessssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssss!!!!
Questa e' la facciata che guarda il lago. ovvero verso levante.
Io occupavo due di quelle finestre, ma sulla facciata opposta, ovvero verso ponente.
Tu pensa chi si ritrova a guardare all'interno, verso sud o nord e guarda i fianchi delle torri.........

Marilyn non so, ma Kennedy e anche Al Capone devono aver occupato una delle suites che si trovano subito al di sopra del cornicione, dove finiscono le colonne.
Dovrebbero costare intorno ai mille dollari a notte che, se vogliamo, non e' poi neppure tanto.
Nel mondo ci sono alberghi molto piu' cari.

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Re: Vi racconto Chicago

Messaggio da Bianca »

Cominciamo col dire che alla Security, sfuggono armi, aerei, grandi quantita' di denaro e molto altro, ma non sfugge una povera donna che viaggia da sola, di cui hanno ormai decine di foto e impronte, che sanno tutto dove e' stata e su cui hanno fatto ricerche e indagini.
La penultima mattina all'Hilton, me ne stavo tranquilla a fare colazione, quando entra un tale che voleva essere ben vestito ma aveva un completo grigio sullo stropicciato e le maniche della giacca che gli arrivavano alle nocche.
Sparge sorrisi in giro, arriva da me, mi saluta, mi chiede se mi trovo bene e comincia a girare per la sala.
Immediatamente penso sia un controllo per i camerieri che fanno anche qualche schifezza e dormono in piedi.
Ad un certo punto, mi porta il conto da firmare e io, come tutte le altre mattine, firmo col nome di mio marito.
Lui ritira il tutto e mi dice di seguirlo.
Io lo guardo con una di quelle mie facce su cui si legge un insieme di: ma non farmi ridere, non ci penso neanche, vai a quel paese.
Mi alzo e vado verso i pc dell'hotel. Mi apposto e inizio a fare gli affari miei.
Lui si mette a fianco.
Nel giro di due minuti, sono stata circondata da 5 uomini della security con tanto di auricolare.
Uno di loro mi dice: lei ha firmato le ricevute con un nome diverso da quello con cui e' stata registrata. Ci puo' fornire delle spiegazioni?
Non ci volevo credere! Pensavo: sono su scherzi a parte!
Quindi inizio: my dear sir, io ho pagato all'Hilton, sei notti anticipate dall'Italia. Quando sono arrivata, mi avete svulazzato (in inglese: svulazed) dalla carta di credito 300 dollari. In camera il frigorifero e' vuoto. Nell'hotel non c'e un ristorante ed ora tutta sta gente e' qui per me, perche' ho firmato i conti delle colazioni con un altro nome?
Qualcuno comincia a capire che forse hanno esagerato.....
Apro la borsa, tiro fuori il passaporto, le carte di credito, i bancomat e la patente e gli consegno il tutto.
Questo parte per la reception, mentre gli altri stanno di guardia.
Torna, restituisce, si scusa, dice che adesso e' tutto a posto.
Io aggiungo: ha visto che la carta di credito ha la firma che io ho fatto sulle ricevute?
Questo, sorry sorry sorry e io in italiano: sorry un corno!
La security si volatilizza.
Il mattino dopo, e' quello del ceckout e io penso: mo vi sistemo.

Mi presentano una ricevuta dove c'e' il totale delle colazioni e mi chiedono se pago con la carta di credito.
Pronto????? E i 300 dollari che vi siete presi come deposito quando sono arrivata, dove sono finiti?
Risposta: lei adesso paga il conto, poi, entro 48 ore, noi le restituiremo i 300 dollari sulla sua carta di credito.
E no, bello mio! Voi me li restituite subito, immediatamente e in contanti.
Prendo il foglio e scrivo alto tre cm: 300 - 167 = 133
Gli giro il foglio dicendo: I want my money, now e subito.
Questo va nel panico e dice: chiamo il direttore.
Arriva un omone vero americano, al quale io spiego tutta la storia del giorno prima e aggiungo: se voi non avete fiducia nei vostri clienti e fate arrivare la security perche' ho firmato i conti con un nome che a voi non risultava, io di voi non mi fido per niente e quindi voglio la differenza indietro subito.
Questo capisce immediatamente che forse, hanno esagerato.
Chiama il capo della security che arriva gia' un po' con le orecchie basse.
Si parlano e questo conferma il mio racconto, mentre io gli sventolavo sotto il naso la mano aperta: five, five for me.............

Il direttore dice: chiamo il grande capo, e fa un gesto con la mano come ad indicare qualcuno che sta nell'alto dei cieli.

Il capo della security comincia ad impallidire e cio', per un nero, e' oltremodo singolare.

Il grande capo vuole da lui il capo della security.
Questo parte e torna dopo un bel po', con la faccia gialla.
Mi prende da una parte, mi esprime tutto il suo rammarico, mi dice che vogliono lavare l'offesa, che sono costernati e che, se mi sembra basti, mi tolgono l'addebito delle colazioni.
Penso che 167 dollari, l'offesa la lavano. Accetto la transazione.

Il direttore fa la correzione, mi rilascia una nuova ricevuta e mi assicura che ritrovero' i 300 dollari sulla mia carta di credito.
Vi far0' sapere se sono arrivati. Fino ad oggi, no.

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Re: Vi racconto Chicago

Messaggio da nome777 »

Piccoli problemi con le carte di credito :wink:
Già di ritorno allora...
Ma ci hai portato le cartoline? (scherzo :wink: )

Però strano che nell'albergo non ci sia il ristorante.

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