percezione degli altri

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SoItIs
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percezione degli altri

Messaggio da SoItIs »

Mi sto avventurando tra i post del forum, leggendo qua è la, quello che mi piace molto è che a differenza dell'andazzo generale, nessuno in queste stanze virtuali si lancia in monologhi o sputa sentenze, giudicando, con “sguardo severo e dito puntato“, issandosi su un podio, reclamando attenzione.

Ecco allora che vorrei sottoporre all'attenzione di chi avrà voglia di dedicarmi qualche minuto una riflessione su come percepisco coloro con cui quotidianamente per diversi motivi interagisco: come persone, “solo” come persone.

„Solo“ una persona: non mi serve distinguere sesso, razza, condizione sociale per interagire; tutto questo non mi è di interesse prioritario, in quanto non sento il bisogno di conformare il mio atteggiamento adattandolo a presunte aspettative poste in capo all'interlocutore. Nel proseguo apprenderò maggiori dettagli che concorreranno a formare la mia conoscenza -più o meno profonda- dell'interlocutore. Conoscenza che -ovviamente- nel tempo sarà aggiornata, corretta, quindi man mano consolidata o interrotta.

Sicuramente per me questo „solo“ non assume una connotazione diminutiva: non annullo né sintetizzo i tratti essenziali o meglio palesi, e nemmeno ricorro ad una comoda ma vile idealizzazione dell'interlocutore, evitando la trappola del ragionare per opposti; cerco di evitare i soliti schemi mentali e di non catalogare, perché limitante e causa dei vari vuoti pregiudizi e fan si che le infinite sfumature che contraddistinguono e rendono unico ogni carattere, o se preferite, ogni anima, siano surrogate con un'immagine predefinita, piatta, che indulge unicamente alla comodità. È la trappola dell'idealizzazione, il rincorrere l'effimero che mai corrisponderà alla realtà. Comodo, perché si può restare arroccati sulle proprie posizioni, difendendo i propri recinti, spesso acriticamente.

Cito Orianna Fallaci, „Lettera ad un bambino mai nato“ che mi è capitato di rileggere recentemente. Tra le varie tematiche che questo libro forte, tragicamente lucido, affronta, scrive:

<< a me, interessa che tu sia una persona. È una parola stupenda, la parola persona, perché non pone limiti a un uomo o a una donna, non traccia frontiere tra chi ha la coda e chi non ce l'ha. Del resto il filo che divide chi ha la coda da chi non ce l'ha, è un filo talmente sottile: in pratica si riduce alla facoltà di maturare o no una creatura nel ventre. Il cuore e il cervello non hanno sesso. Nemmeno il comportamento. Se sarai una persona di cuore e di cervello, ricordalo, io non starò certo tra quelli che ti ingiungeranno di comportarti in un modo o nell'altro in quanto maschio o femmina. Ti chiederò solo di sfruttare bene il miracolo d'essere nato, di non cedere mai alla viltà. È una bestia che sta sempre in agguato, la viltà. Ci morde tutti, ogni giorno, e son pochi coloro che non si lasciano sbranare da lei. In nome della prudenza, in nome della convenienza, a volte della saggezza. Vili fino a quando un rischio li minaccia, gli umani diventano spavaldi dopo che il rischio è passato. Non dovrai evitare il rischio, mai: anche se la paura ti frena. Venire al mondo è già un rischio. Quello di pentirsi, poi, d’esser venuti.>>

Dopo anni di riflessioni sono giunto alla conclusione che sia anche la mia indifferenza verso il sesso ad aver favorito la mia naturale sensibilità a questo concetto e quindi il mio agire conforme ad esso. Sono convinto che solo un approccio aperto su un piano paritario, possa essere scevro di pregiudizi. Certo è che quelle volte che è capitato di affrontare questo argomento ho pressoché sempre riscontrato nei vari interlocutori incomprensione oppure forte scetticismo -se non convinzione acritica- che sia un mera teoria, un concetto astratto, impossibile ad applicarsi nella realtà.

Ora mi incuriosisce sapere come la pensate voi... grazie per l'attenzione dedicatami.

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Valkyrie
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Re: percezione degli altri

Messaggio da Valkyrie »

Mi sa che non ho capito bene... Pensi che bisognerebbe considerare sempre tutti alla pari senza lasciare che alcuni tratti ci definiscano interamente??? Facendoci diventare delle caricature??? Giusto???

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SoItIs
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Re: percezione degli altri

Messaggio da SoItIs »

ciao, intendo che ritengo giusto approcciarsi alla pari, senza lasciarsi distrarre dai tratti esteriori, senza zavorra inutile, scoprendo man mano i tratti caratteristici della persona.
Ad esempio: se mi rapporto con una donna in ambito lavorativo il fatto che sia donna, e con esso tutto il bagaglio assortito di preconcetti, passa in secondo piano, sto interagendo con una persona che non conosco e sulla quale non posso esprimere alcun giudizio. Poi ovviamente bastano pochi minuti per elaborare una prima impressione e col passare del tempo approfondire la conoscenza.
continuando l'esempio, se la facessi diventare una caricatura opererei una sintesi, la ridurrei ad un concetto a me congeniale, quindi partirei con un preconcetto, e in definitiva la giudicherei senza conoscerla. Mmm, cervellotico, invero...

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Valkyrie
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Re: percezione degli altri

Messaggio da Valkyrie »

Si si scusa:D é che la cosa mi sembra tanto scontata da fare che mi dimentico che molti hanno approcci molto piú negativi:(
Ma in teoria la cosa giusta da fare é proprio quella che fai tu:D io provo a fare ancora un passo indietro e provo a non giudicare mai, nonostante cosa succeda, cosí pregiudizi e altra roba brutta la tronco sul nascere:D é giusto no???

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Bianca
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Re: percezione degli altri

Messaggio da Bianca »

Ciao Sol! Benarrivato su Aven!
Sono contenta che tu sia stato ben impressionato e spero, nella risposta che ti darò, di essere all'altezza delle tue aspettative.

Ho cercato di capire/interpretare quello che tu hai scritto, perchè, in effetti, è sì, cervellotico, però, forse, ho capito.

La parola persona a me piace molto, perchè va bene per chiunque e può essere un sinonimo di anima.
La uso spesso e credo che abbia in sè, tutta la dignità di cui chiunque ha diritto, indipendentemente da ogni sua caratteristica.

Quello che tu dici di fare nel tuo approcciarti ad altri per vari motivi, può essere una tua personale caratteristica, che, in qualche modo, viene influenzata, come supponi tu, dal tuo essere asessuale.
Non è una cosa da poco, perchè vuol dire che tu ti ritrovi nella stessa, identica situazione, che tu ti trovi ad agire con una donna o con un uomo. Praticamente, non vieni influenzato da ciò che in genere, influenza un uomo quando ha a che fare con una donna.

Io non ho motivi di dubitare di quello che tu affermi e che quindi tu veramente percepisca le persone che avvicini, libero da qualsiasi condizionamento, preconcetto, considerazione, giudizio.

Per come la penso io, invece e per come capita alla maggior parte delle persone, quello che tu dici di fare, è pressochè impossibile, nel senso che, ciascuno di noi, è sempre, in qualche modo, influenzato, avvicinando una persona, da tanti fattori di percezione immediata.
Sono anche piccoli dettagli senza importanza, ma magari contribuiscono all'idea che ci facciamo di lei.
I tratti esteriori, non sono zavorra inutile; fanno parte della persona e potranno essere gli unici che per anni, resteranno in noi, pur avendo la possibilità di approfondire la conoscenza.
L'abbigliamento, il profumo, il tono di voce, il modo di gesticolare, la parlata, le espressioni del viso, la velocità nel capire, la manifestazione di fretta, calma, e così via, sono tutti elementi che, per forza di cose fanno sì che questa persona ci lasci delle impressioni, più o meno positive, che influenzeranno gli incontri successivi e arricchiranno la nostra conoscenza con affermazioni e smentite.
In ogni caso, ne usciremo influenzati e questa influenza, determinerà il nostro comportamento nel tempo e le nostre risposte.

Il fatto che tu possa incontrare chiunque, rimanendo asettico, è, per lo meno, insolito.

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Valkyrie
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Re: percezione degli altri

Messaggio da Valkyrie »

si, ma basta ignorare i preconcetti, no??? dare sempre 1a possibilità???:D

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Bianca
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Re: percezione degli altri

Messaggio da Bianca »

Non è giusto chiamarli preconcetti.
Sono un insieme di percezioni reali e concrete.
Forse è importante non lasciarsi condizionare e tenere presente che possono avvenire delle modifiche.

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Edward
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Re: percezione degli altri

Messaggio da Edward »

Io penso che tutti abbiamo dei preconcetti, poi sta alla nostra intelligenza gestirli.

Quello che dici lo condivido: se devo lavorare con un collega, non mi condiziona il fatto che possa essere uomo, donna, nero, cinese, giovane o vecchio.
Ci sono però situazioni in cui le cose cambiano. Ti faccio un esempio raccontandoti una storia che mi è successa:

Anni fa mi è capitato di andare un pomeriggio al cinema da sola. Andavo a vedere un documentario di nicchia in una piccola sala. Una volta arrivata ho preso posto dove volevo, perché tanto ci saranno state massimo 15 persone e spazio ce n'era a volontà.
Mentre aspettavo l'inizio si è avvicinata una donna e mi ha detto "posso sedermi vicino a te?". Sul momento l'ho trovata una domanda strana visto che era pieno di posto libero, ma le ho detto di sì e si è accomodata. Forse ha avvertito uno sguardo strano da parte mia e mi ha detto che lei andava spesso al cinema da sola, ma che quando le capitava si sedeva sempre vicino a un'altra donna, perché le era capitato che un uomo solo le si sedesse di fianco e la importunasse. Era un'eventualità alla quale io non avevo mai pensato, ma in effetti chiedendo ad alcune amiche mi hanno confermato che purtroppo ci sono uomini che effettivamente le hanno importunate al cinema (e intendo proprio mani addosso, non tentativi di rimorchio).

È brutto pensare che una persona sconosciuta, se maschio, possa essere un molestatore? Sì, ma in effetti succede, dunque non è strano che una donna cerchi di evitare in situazioni simili, anche se questo implica un certo pregiudizio. In effetti se viaggiando da sola di notte in un autobus vuoto mi si sedesse proprio di fianco un uomo, avrei paura, mentre capirei benissimo se lo facesse una donna.

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Valkyrie
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Re: percezione degli altri

Messaggio da Valkyrie »

che cosa brutta:(

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Re: percezione degli altri

Messaggio da Bianca »

Ci sono comportamenti dettati da accorgimenti, prudenza, non pregiudizi.
Se un'attenzione può evitarmi un fastidio, non devo preoccuparmi di pensare male o giudicare male qualcuno.
Anche a me è capitato in un cinema, era pure un cinema parrocchiale e il tizio non ce lo avevo accanto, ma sulla spalla.

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Re: percezione degli altri

Messaggio da Matty »

Anche io ho un approccio, a priori, sempre distaccato con le altre persone, e quindi per quanto mi riguarda, ciò che dici tu non mi sembra così strano. Però capisco che la maggior parte delle persone tende ad avere, soprattutto per paura, dei pregiudizi, è inevitabile, è istintivo, lo trovo quasi accettabile. E' una caratteristica che ho potuto constatare in alcuni asessuali, ma non credo sia assolutamente una nostra esclusiva.

Poi invece ci sono persone che percepiscono gli altri in modo positivo solo se rispondono a certi rigidi canoni, perlopiù estetici e/o economici, e quelle sono persone che non mi vanno giù.

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Re: percezione degli altri

Messaggio da Bianca »

E pensare che a volte, non lasciandosi condizionare dall'aspetto esterno, si scoprono persone di grande qualità.

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SoItIs
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Re: percezione degli altri

Messaggio da SoItIs »

Valkyrie ha scritto:Si si scusa:D é che la cosa mi sembra tanto scontata da fare che mi dimentico che molti hanno approcci molto più negativi:(
Ma in teoria la cosa giusta da fare é proprio quella che fai tu:D io provo a fare ancora un passo indietro e provo a non giudicare mai, nonostante cosa succeda, cosí pregiudizi e altra roba brutta la tronco sul nascere:D é giusto no???
Eccomi online... Si, è proprio questo, hai centrato il nocciolo della questione: fai un passo indietro (che poi se ci pensi non è un allontanarsi ma un andare verso la persona) e provi (perfetto il verbo "provare" perchè non esiste un canovaccio da seguire) a non giudicare (questo richiede uno sforzo, ma non è impresa impossibile); quando ho scritto "senza lasciarsi distrarre dai tratti esteriori, senza zavorra inutile" avevo in mente proprio i preconcetti ed i pregiudizi e tutti gli ammennicoli che non di nessun aiuto, anzi disturbano...

Se poi ci pensi, riguardo al fare un passo indietro: è la dinamica intrinseca al provare imbarazzo... mmm, altro argomento interessante :)

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Re: percezione degli altri

Messaggio da Bianca »

Noi incontriamo persone, in genere, in modo superficiale, solo qualche volta la conoscenza si approfondisce e coinvolge sentimenti.
In questi incontri, pregiudizi e preconcetti, non rivestono una grande importanza, perché non incidono su decisioni da prendere.
Penso quindi a coloro che, per lavoro, devono in un incontro, in un colloquio, valutare persone ai fini di un'assunzione, all'affidamento di un incarico.
Quanto pensate che possano essere libere da qualsiasi condizionamento, da qualsiasi preconcetto?
Il loro compito è quello di valutare se, la persona che hanno davanti, sia idonea ad assumere un ruolo e portare avanti un incarico.
Io voglio pensare, credere, che siano tutti in grado di affrontare una valutazione, nelle condizioni in cui riferisce di porsi Sol, ma, sinceramente, mi sembra un po' difficile, perché ognuno di noi, viene influenzato dall'educazione che ha ricevuto, dai principi che regolano la sua vita, dalle esperienze che ha immagazzinato.
Questo per dire, che negli incontri, che siano assolutamente occasionali e senza alcun seguito, o abbiano un preciso scopo di valutazione, non si è mai in un contesto perfettamente asettico.

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Re: percezione degli altri

Messaggio da SoItIs »

Bianca ha scritto:Ciao Sol! Benarrivato su Aven!
Sono contenta che tu sia stato ben impressionato e spero, nella risposta che ti darò, di essere all'altezza delle tue aspettative.

Ho cercato di capire/interpretare quello che tu hai scritto, perchè, in effetti, è sì, cervellotico, però, forse, ho capito.

La parola persona a me piace molto, perchè va bene per chiunque e può essere un sinonimo di anima.
La uso spesso e credo che abbia in sè, tutta la dignità di cui chiunque ha diritto, indipendentemente da ogni sua caratteristica.

Quello che tu dici di fare nel tuo approcciarti ad altri per vari motivi, può essere una tua personale caratteristica, che, in qualche modo, viene influenzata, come supponi tu, dal tuo essere asessuale.
Non è una cosa da poco, perchè vuol dire che tu ti ritrovi nella stessa, identica situazione, che tu ti trovi ad agire con una donna o con un uomo. Praticamente, non vieni influenzato da ciò che in genere, influenza un uomo quando ha a che fare con una donna.

Io non ho motivi di dubitare di quello che tu affermi e che quindi tu veramente percepisca le persone che avvicini, libero da qualsiasi condizionamento, preconcetto, considerazione, giudizio.

Per come la penso io, invece e per come capita alla maggior parte delle persone, quello che tu dici di fare, è pressochè impossibile, nel senso che, ciascuno di noi, è sempre, in qualche modo, influenzato, avvicinando una persona, da tanti fattori di percezione immediata.
Sono anche piccoli dettagli senza importanza, ma magari contribuiscono all'idea che ci facciamo di lei.
I tratti esteriori, non sono zavorra inutile; fanno parte della persona e potranno essere gli unici che per anni, resteranno in noi, pur avendo la possibilità di approfondire la conoscenza.
L'abbigliamento, il profumo, il tono di voce, il modo di gesticolare, la parlata, le espressioni del viso, la velocità nel capire, la manifestazione di fretta, calma, e così via, sono tutti elementi che, per forza di cose fanno sì che questa persona ci lasci delle impressioni, più o meno positive, che influenzeranno gli incontri successivi e arricchiranno la nostra conoscenza con affermazioni e smentite.
In ogni caso, ne usciremo influenzati e questa influenza, determinerà il nostro comportamento nel tempo e le nostre risposte.

Il fatto che tu possa incontrare chiunque, rimanendo asettico, è, per lo meno, insolito.
Ciao Bianca, che dirti, pardon, scriverti? un doveroso grazie per la risposta... e giusto per mantenere un pizzico di coerenza: certo che sei all'altezza delle mie aspettative, spero anzi di essere all'altezza delle tue aspettative. Sai quali aspettative ripongo nello scrivere? scrivo per condividere quello che mi passa per la mente, per imparare e per soddisfare la mia curiosità; se poi dovessi riuscire ad offrire anche solo uno spunto di riflessione sarebbe motivo di contentezza, semplicemente (ed ecco una delle tanto bistrattate "piccole cose")... bando alle ciance, ho letto con attenzione quanto hai scritto, e voglio cercare di risponderti con la dovuta cura:
si, la parola persona è molto bella, densa di sfumature e direi sottovalutata, ed il sostantivo dignità non è da meno.
Io non ho motivi di dubitare di quello che tu affermi e che quindi tu veramente percepisca le persone che avvicini, libero da qualsiasi condizionamento, preconcetto, considerazione, giudizio.
Mi hai concesso un piccolo credito di fiducia, tra l'altro è un aspetto che ieri ho trascurato, più avanti svilupperò il pensiero.
Per come la penso io, invece e per come capita alla maggior parte delle persone, quello che tu dici di fare, è pressoché impossibile, nel senso che, ciascuno di noi, è sempre, in qualche modo, influenzato, avvicinando una persona, da tanti fattori di percezione immediata.
comprendo e concordo; se permetti l'osservazione, penso che più che di una sfumatura di "possibile o impossibile" sia una questione di "probabile o improbabile", nel senso che come ha sintetizzato Valkyrie, "è un provare a fare un passo indietro", perchè i "fattori di percezione immediata" che corrispondono ai miei "tratti essenziali o meglio palesi" razionalmente non li annullo, né li sintetizzo (farlo equivarrebbe a sostituirli con un'immagine ovvero con la caricatura tratteggiata sempre da Valkyrie), passano come dire in secondo piano, nella fase iniziale non mi servono, mi sforzo a non farmi distrarre da essi nel formulare la mia prima impressione della persona. La zavorra di cui scrivevo è composta dai preconcetti e dai pregiudizi che appunto inevitabilmente ognuno di noi porta con se, capaci di influenzare anche pesantemente il nostro modo di pensare e quindi di agire, in larga parte inutili. Per questo comprendo e condivido anche la tua affermazione che
sono anche piccoli dettagli senza importanza, ma magari contribuiscono all'idea che ci facciamo di lei (omissis)
: sono profondamente convinto che i piccoli dettagli (ben diversi dalla zavorra di cui sopra) siano parte integrante e caratteristica della persona, che siano le sfumature che nel caso di un proseguo man mano si scoprono, arricchendo la reciproca conoscenza che avremo della persona; ci influenzerà positivamente o negativamente, perchè è necessario che a quel punto formiamo un giudizio che servirà a determinare lo sviluppo o meglio il nostro comportamento successivo. Se riteniamo di poter concedere un credito di fiducia, se non ci si ferma alla facciata, appiccicando un'etichetta, e ci si adopera, tra due persone si crea quella condizione unica ed affascinante che apre la strada ad un approfondimento della conoscenza (certo non implicita, mai unilaterale e ricca di infiniti livelli con diverse sfumature, con finalità che possono essere chiare sin dall'inizio, amicizia, rapporto amoroso per citare solo quelli più ovvi, che col tempo mutano, evolvono o, ancora, che possono restare ambigui per incapacità di comunicare e quindi destinate alla cd. runaway); nella lingua tedesca il verbo conoscere trova il suo omologo in "kennenlernen", tradotto letteralmente "imparare a conoscere". In fin dei conti si tratta proprio di questo, qualsiasi approccio, anche quello occasionale, è un imparare, ed imparare richiede un pizzico di umiltà... mmm, sto divagando, chiedo venia, rischio di cadere in nuove elucubrazioni senza giungere ad una conclusione soddisfacente.
Hai concluso esprimendo perplessità sul fatto che io possa rimanere asettico. In effetti così non è, non mi approccio in maniera fredda, distaccata. Solitamente sorrido, a volte sono serio ma difficilmente imbronciato. Non mi nascondo neppure dietro ad un sorriso di circostanza (ecco una variante di facciata), è più un restare in attesa, senza stampare alcuna etichetta (esempio: questo/a mi è simpatico/antipatico, ne diffido perchè mi hanno riferito che è di sinistra/di destra/fuma, questo è quello che pare vada in giro a rubare, ecc. ecc. ecc. ecc.). Questione neanche di secondi, è un processo istantaneo, semmai ritardato se sono preso alla sprovvista (ad esempio sto parlando con qualcuno e vengo interrotto da una terza persona, in questo caso mi serve un po di tempo per concentrarmi, non saprei come definirlo meglio). Sono riuscito a chiarirti
un po le idee? lo spero.

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