Orientamento vs Decisione. Da che parte state?

Per tutto ciò che riguarda l'asessualità e gli asessuali.
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Trinny
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Orientamento vs Decisione. Da che parte state?

Messaggio da Trinny »

È il primo topic che apro e spero di averlo fatto nella sezione più giusta.

Leggendovi mi è sorta questa domanda.

Il genere è naturale.
L'orientamento è naturale.
Quello che invece si FA cioè quello che si pratica come attività sessuale è DECISIONE, cioè azione che parte dalla propria testa (e quindi può accordarsi o no alla natura, perché uno può anche fare ciò che non gli piace - oppure non fare ciò che gli piace).
Si DECIDE cosa fare o non fare e come farlo, con chi farlo, ecc.

Che cosa prevale in voi?
Che cosa comanda?
Genere? Orientamento? Decisione?

La domanda può sembrare stupidella, ma dato che ho letto i concetti di genderqueer, genderfluid, ecc. la domanda è nata spontanea: ad un certo punto la persona decide o rimane per tutta la vita in balìa di varie variazioni legate a "generi misti" o ad "orientamenti misti"?
In pratica il fatto di essere bisessuale o genderqueer o altre situazioni miste (sia in tema di genere che di orientamento) non permette alla persona di fare MAI un progetto di vita con nessuno? O ad un certo punto decide di decidersi?

Domanda collegata: il vostro eventuale partner deve sempre aspettarsi che tra un mese o un anno voi ve ne andiate con un'altro perché non avete ancora sperimentato tutto lo spettro delle vostre possibilità di genere e/o orientamento?

Secondo voi comandano orientamento/genere o la decisione personale che ad un certo punto definisce una volta e per sempre che cosa fare nella vita? (salvo eccezionali ed improbabili imprevisti)

Oppure la potete intendere anche così: "che cosa deve, in ultima analisi, guidare le scelte?"

Grazie per gli spunti di riflessione.

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The Wayward Fox
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Re: Orientamento vs Decisione. Da che parte state?

Messaggio da The Wayward Fox »

Io sono genderqueer. Non riesco a inquadrare la mia identità di genere all'interno del binarismo uomo/donna: è un disagio che ho avvertito sin dalla prima infanzia, che va ben oltre il semplice non conformarsi agli stereotipi e al quale non ho saputo dare un nome sino a un paio d'anni fa. Non riesco e non posso cambiare la mia identità di genere con la forza di volontà. Posso, però, scegliere la mia espressione di genere. La differenza che intercorre tra identità di genere ed espressione di genere, in sintesi, è la stessa che passa tra orientamento sessuale e comportamento sessuale: i primi significano “Io sono”, i secondi “Io agisco e/o manifesto”.
Nel mio caso, io assumo un abbigliamento androgino e un dato manierismo. Quella sì, è una mia scelta, così come lo è stato mettere al corrente di questo lato di me alcune delle persone a me più care. Non riuscirei mai a stringere un rapporto saldo con qualcuno che pensasse che il modo in cui mi vesto o mi comporto fosse riprovevole o inappropriato; figurarsi se illuderei mai un papabile partner di poter diventare, un domani, la persona che non sono. Certamente il partner romantico mi conoscerebbe bene abbastanza da sapere che cucirmi addosso un'identità non mia equivarrebbe al mettermi una maschera, a chiudermi in gabbia, a un'apnea dalla quale mi sentirei oppress*. La mia libertà di essere, al contrario, non opprime nessuno, men che mai la persona che amo.
Pure il mio orientamento si pone in una condizione mediana: non ho alcuna preferenza di genere, difatti mi descrivo agli altri come panromantic* (o biromantic*, se la persona con cui mi confido ha poca dimestichezza con il mondo LGBT+). Non biasimo chi desidera sperimentare o non cerca relazioni durature, purché lo metta in chiaro con le persone coinvolte fin dagli esordi. Non è il mio caso, tuttavia. Se fossi ricambiat* dalla persona che amo e si ponessero le condizioni per costruire una relazione romantica, prenderei il mio impegno con serietà e dedizione. Non importa quale sia la tua anatomia o la tua identità di genere: per me amare vuol dire non solo che ti accetto e ti voglio al mio fianco per quello che sei, ma anche che mi basti per quello che sei e che mi puoi offrire.
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Trinny
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Re: Orientamento vs Decisione. Da che parte state?

Messaggio da Trinny »

Grazie Fox per la dettagliata risposta.
Il "problema" mi si poneva perché avevo rilevato una certa "indecisione" in molti scritti nel forum, probabilmente dovuta ad una certa confusione in cui si trova una persona con identità miste.
Quindi mi veniva da pensare che, dati anche certi "costumi sessuali" odierni, molti nella vostra situazione mista tendessero a voler sperimentare....più che a voler fermarsi in un rapporto stabile.

Infatti, come ben dici, schematizzo a modo mio:
"Io sono" comprende anatomia, genere e orientamento
"Io agisco" comprende comportamenti e decisioni

Mi chiedevo se si poteva individuare una priorità. Secondo me la priorità (una volta tenuto conto dell'essere) deve andare alla decisione. Altrimenti se lasci tutto in balìa della cosiddetta spontaneità e naturalità....non potrai mai fare un progetto. Capisco che per essere politically correct non vadano biasimati i rapporti occasionali per tutta la vita.....ma almeno affermare che una persona rimane a vita in balìa degli eventi (checché ne dica) mentre un'altra riesce a prendere una decisione - cioè fa un passo in più verso una maturazione, quindi verso molta più soddisfazione di sè.....magari si può dire :wink:

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Re: Orientamento vs Decisione. Da che parte state?

Messaggio da ZilRaag »

Orientamento o decisione? Bella domanda.

Ti racconto, brevemente, quella che è la mia esperienza.
Sono un quarantenne, quindi ho completato il mio sviluppo sessuale diversi anni fa, giusto? Facciamo 25, sarebbe un po' prima ma facciamo conto pari.
Io ero asessuale. Se mi giro indietro, tutto corrisponde. Piccolo problema: 20/25 anni fa, l'asessualità non veniva neanche messa in discussione. Non c'era il forum di Aven, non c'era neanche Internet. Nessuno ne parlava, se non in termini di malattia da curare. Quindi non potevo avere nessuna influenza "esterna", nessuna "moda" o "modello" imposto da seguire. Eppure avevo un modo di essere che, oggi, un quindicenne contemporaneo, chiamerebbe "asessuale".

Quando sono "uscito", come asessuale, mi è stato detto, da amici, anche molto sensibili alle diversità (e qui ci sarebbe da aprire una parentesi enorme su come le diversità facciano meno "colore" quando sono le proprie) che avevo deciso di diventare asessuale.
Io non avevo deciso di diventare un bel niente. Io ho solo deciso di dichiarare la mia asessualità, che esisteva da anni, ma alla quale non avevo mai dato un nome che non fosse "malattia", "anomalia" o "disturbo". Perché il mio comportamento, nei confronti del sesso, sia il mio, sia come vivo quello degli altri, rimane identico da quando ero adolescente (di base vivo e lascio vivere).

Quindi, io ti posso dire di aver avuto un orientamento dalla nascita, e di essermi comportato, di conseguenza (soffrendo dei mal di pancia che non auguro a nessuno), senza sapere che quello, un giorno, sarebbe stato riconosciuto come orientamento. Ho semplicemente seguito la mia natura. E non lo sapevo.

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Trinny
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Re: Orientamento vs Decisione. Da che parte state?

Messaggio da Trinny »

Ok ok. E ti ringrazio della risposta e dei tuoi racconti esilaranti sparsi per tutto il forum :D
Ma la domanda era da intendersi con una sfumatura un pò diversa....relativa a chi ha orientamenti e generi "misti".
Anche se poi diventa una domanda interessante per tutti. Certamente, come ho già detto, devi PRIMA riconoscere una realtà di partenza (naturale) altrimenti non puoi decidere oppure puoi decidere meno liberamente. Tu ti comportavi secondo la tua natura ma in realtà non proprio appieno (vedi mal di pancia) e nemmeno con soddisfazione (personale e sociale).
Ora sai chi sei e in più DECIDI di esserlo in pieno. E ti sarà passato il mal di pancia :wink:

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SilverKitsune
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Re: Orientamento vs Decisione. Da che parte state?

Messaggio da SilverKitsune »

Secondo me sono le naturali tendenze dell'individuo (quindi, in questo caso, l'orientamento) a dover guidare le decisioni, perché altrimenti si finisce inevitabilmente per fare cose che sono contro la propria natura... il che non è mai bello. A prescindere dalla tua soglia di sopportazione, se fai per troppo a lungo una cosa che non ti piace esplodi, punto. "Troppo a lungo" potrebbe anche essere una volta sola o due, tra l'altro, se è una cosa che proprio detesti. Vale per tutto, non soltanto per il sesso dal punto di vista di un asessuale.

Io ho sempre assecondato la mia natura asessuale e non me ne pento, dato che se avessi fatto diversamente avrei più di qualche rimpianto. La vita è troppo breve per stare ai termini degli altri.
Questo dal punto di vista relazionale, quantomeno. Dal punto di vista identitario mi vesto e mi comporto come voglio, ma ho meno apertura (verbale) su quel che sono e come mi sento.
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Re: Orientamento vs Decisione. Da che parte state?

Messaggio da HB_Starlet »

ZilRaag ha scritto: Quindi, io ti posso dire di aver avuto un orientamento dalla nascita, e di essermi comportato, di conseguenza (soffrendo dei mal di pancia che non auguro a nessuno), senza sapere che quello, un giorno, sarebbe stato riconosciuto come orientamento. Ho semplicemente seguito la mia natura. E non lo sapevo.
Questa risposta è anche la mia. Come ho scritto altrove, ho scoperto AVEN e l'asessualità solo un paio di anni fa, all'alba dei 40 anni. Nel corso degli anni le mie "spiegazioni" al mio rimanere sola andavano dal "devo ancora trovare la persona giusta" al "che c'è di strano in me?"

E' stato solo dopo aver confrontato le mie esperienze con quelle di altri so questo forum che ho capito che per tutta la vita io ho seguito la mia natura di asessuale aromantica, anche se allora non sapevo di esserlo.

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Trinny
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Re: Orientamento vs Decisione. Da che parte state?

Messaggio da Trinny »

Grazie Silver e grazie Starlet.
Tuttavia un pò di più importanza alla "decisione" io la darei.
Il fatto di sapere della vostra natura asessuale non vi ha permesso di decidere meglio i vostri comportamenti? E quindi di prendere decisioni più consapevoli e più legittimate?

Finché "brancolavate" e vi sentivate "diversi" non era arduo anche prendere decisioni ?
(ho letto ad esempio utenti che si sforzavano di avere rapporti per essere "normali")

Poi, ripeto, la mia domanda originaria era sui generi ed orientamenti misti

Si rivela interessante anche per gli altri, vedo e ne sono felice.
Infatti ora me ne è nata un'altra di conseguenza.

Che differenza passa tra un sessuale casto per scelta a vita (poniamo una suora) e un asessuale che volesse avere dei rapporti intimi (quindi contro la sua natura)? Parliamo sempre ovviamente per amore. Si può dire che siamo sullo stesso piano e sullo stesso tipo di "decisione" sulla natura?

Grazie.

HB_Starlet
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Re: Orientamento vs Decisione. Da che parte state?

Messaggio da HB_Starlet »

Trinny ha scritto:Grazie Silver e grazie Starlet.
Tuttavia un pò di più importanza alla "decisione" io la darei.
Il fatto di sapere della vostra natura asessuale non vi ha permesso di decidere meglio i vostri comportamenti? E quindi di prendere decisioni più consapevoli e più legittimate?

Finché "brancolavate" e vi sentivate "diversi" non era arduo anche prendere decisioni ?
(ho letto ad esempio utenti che si sforzavano di avere rapporti per essere "normali")

Poi, ripeto, la mia domanda originaria era sui generi ed orientamenti misti

Si rivela interessante anche per gli altri, vedo e ne sono felice.
Infatti ora me ne è nata un'altra di conseguenza.

Che differenza passa tra un sessuale casto per scelta a vita (poniamo una suora) e un asessuale che volesse avere dei rapporti intimi (quindi contro la sua natura)? Parliamo sempre ovviamente per amore. Si può dire che siamo sullo stesso piano e sullo stesso tipo di "decisione" sulla natura?

Grazie.
Nel mio caso non è cambiato molto tra il prima di conoscere l'asessualità e il dopo. A parte le "spiegazioni" che mi davo prima e che ora, ovviamente, non mi do più, io non mi sono mai sforzata di conformarmi alla "norma". Beh, ho fatto un solo tentativo. Nel 2007 soffrii di depressione e quando ne uscii, a causa di alcuni commenti che avevo sentito durante la malattia e non per un mio vero sentire, mi domandai se per caso il mio essere solo potesse essere stato uno delle cause della depressione. Così mi iscrissi su di un noto sito di incontri per vedere cosa succedeva. Fu un disastro: flirtare, raccontare di me, ascoltare richieste di numeri di telefono al primo contatto mi metteva tremendamente a disagio. Smisi quindi subito.

Per il resto, io sono sempre stata un tipo solitario, con pochi veri amici e nessun desiderio di frequentare luoghi come discoteche, pub ecc. luoghi dove probabilmente avrei dovuto confrontarmi di più con il mio essere asessuale/aromantica. La mia passione erano e sono i cavalli, e sebbene nei maneggi che ho frequentato nel corso degli anni, abbia incontrato decine di ragazzi e uomini, il mio interesse era/è rivolto agli equini.

Quindi non mi sembra di aver mai agito "volutamente" in conseguenza al mio orientamento, ma di avere sempre agito d'istinto.

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Re: Orientamento vs Decisione. Da che parte state?

Messaggio da SilverKitsune »

Trinny ha scritto:Grazie Silver e grazie Starlet.
Tuttavia un pò di più importanza alla "decisione" io la darei.
Il fatto di sapere della vostra natura asessuale non vi ha permesso di decidere meglio i vostri comportamenti? E quindi di prendere decisioni più consapevoli e più legittimate?

Finché "brancolavate" e vi sentivate "diversi" non era arduo anche prendere decisioni ?
(ho letto ad esempio utenti che si sforzavano di avere rapporti per essere "normali")

Poi, ripeto, la mia domanda originaria era sui generi ed orientamenti misti

Si rivela interessante anche per gli altri, vedo e ne sono felice.
Infatti ora me ne è nata un'altra di conseguenza.

Che differenza passa tra un sessuale casto per scelta a vita (poniamo una suora) e un asessuale che volesse avere dei rapporti intimi (quindi contro la sua natura)? Parliamo sempre ovviamente per amore. Si può dire che siamo sullo stesso piano e sullo stesso tipo di "decisione" sulla natura?

Grazie.
Certo, conoscere se stessi aiuta sempre, ma non è la parola "asessuale" che mi ha fatto capire che non mi piaceva il sesso. Io sapevo già di non voler fare sesso, molto prima di approdare su AVEN. Una volta trovato AVEN ho capito che la mia situazione era condivisa anche da altre persone, ma non ho mai avuto dubbi su come comportarmi.
Quando pensavo di "non essere come gli altri" e non sapevo dell'esistenza dell'asessualità, al limite mi sentivo una mosca bianca. Anche nel sentirmi una mosca bianca, comunque, non ho mai pensato "oh va bene, adesso provo a comportarmi da persona normale", anzi, ho sempre pensato "perché io sono così e gli altri no?" che può essere egoistico come pensiero, ma tant'è :mrgreen:

La differenza tra un sessuale casto per scelta e un asessuale che ha rapporti *per amore* o per altre ragioni (curiosità, fare un figlio, ecc.) è che il sessuale vive la sua condizione come privazione, a meno che non sia uno di quei sessuali a cui non interessa granché del sesso. Un asessuale che ha rapporti la può vivere come una forzatura se davvero non gli va (e in quel caso farebbe meglio a non averne), ma se è una persona tollerante la può vivere pure con serenità.
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Re: Orientamento vs Decisione. Da che parte state?

Messaggio da Trinny »

Solo una specificazione Silver.
*per amore* l'avevo specificato perché secondo me è la più forte motivazione sia per astenersi (da sessuale) che per praticare (da asessuale). Amore nella mia accezione, nel mio sentire, è Amore. Quindi non può ricadere in alcuna categorizzazione (tipo romantico/aromantico) e se ce lo vuoi far ricadere lo considero il Terzo Tipo: l'Amore.
Inoltre....la motivazione "fare un figlio"....non rientra per te nella categoria "per amore"?
Un figlio non si fa forse per amore del figlio? Per portarlo al mondo?

Sembrano sottigliezze, ma come sempre...non lo sono.

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Re: Orientamento vs Decisione. Da che parte state?

Messaggio da The Wayward Fox »

La decisione di cui parli, Trinny, sarebbe la monogamia? Perché altrimenti non penso di aver afferrato il succo del discorso. Ti assicuro che bisessuali e affini funzionano esattamente come eterosessuali e omosessuali: c'è sia chi non è fatto per le relazioni stabili che chi è alla ricerca del grande amore della propria vita.
Nel primo caso, personalmente apprezzo chi, piuttosto che prendere un impegno che sa di non poter mantenere, è sincero fin dall'inizio e non instaura relazioni serie, qualunque orientamento abbia. Se il corteggiato sa che la persona con cui ha a che fare considera quanto c'è tra loro un flirt effimero, ha in mano gli strumenti per valutare la situazione. Tizio desidera anch'egli una breve liaison? Bene! Può salire a bordo, godersi il viaggio e scendere una volta giunto a destinazione. Caio, invece, è alla ricerca di una relazione stabile? Ottimo! Può tirarsi indietro e rimettersi alla ricerca di una persona con cui costruire un rapporto emotivamente impegnato e duraturo. Con un po' di sincerità si può evitare di lasciarsi una scia di cuori spezzati alle spalle. Non credo, inoltre, che stia a me decretare che costoro debbano adeguarsi a uno stile di vita monogamo: magari il loro progetto di vita non include un partner fisso e una famiglia. E non penso che forzarli sia la soluzione: conosco tante persone che sono rimaste intrappolate in matrimoni infelici oppure hanno generato figli che non sono in grado di educare unicamente perché “così fan tutti”.
Come dicevo su, poi, ci sono anche bisessuali monogami. Due dei miei più cari amici rientrano in questa categoria, per fare un esempio a me noto. Forse chi è attratto da un unico genere fa fatica a capire “come ci si accontenti”. A qualche livello lo comprendo, spesso la bisessualità è erroneamente descritta come una brama perpetua di rapporti sessuali con il maggior numero di uomini e donne possibili. Ma in realtà significa semplicemente incontrare una persona, conoscerla e innamorarsene, indifferentemente dalla sua anatomia. Se poi sei soddisfatto della tua vita sentimentale, difficilmente sentirai il bisogno di andare a cercare altro.
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Re: Orientamento vs Decisione. Da che parte state?

Messaggio da Trinny »

Grazie per la domanda.
Primo: no, io non mi riferisco mai a forzature da fare a nessuno. Se ti riferisci a certa ideologia cattolica, no, non sono su una linea ideologica. Ergo, nessuna forzatura.
Io esprimo opinioni su cui si può essere d'accordo o meno.

Mi chiedi se per "decisione" io mi riferivo a monogamia. No. Mi riferivo appunto ai generi misti e chiedevo se, ad un certo punto, decidevano "da che parte stare".
Tu mi dici in pratica "sì se decide per la monogamia" e "no se decide per rapporti temporanei a vita"

E poi mi dici che non devo pensare che un "multi-genere" sia per forza uno che non si decide per la monogamia. Ok ok avevo capito.

In base a questo, io esprimo l'opinione che una persona che si decide ad un certo punto per la monogamia è arrivata ad una maturazione, secondo me, maggiore rispetto al "libertino". Quindi non è un giudizio morale ma un giudizio "psicologico" se lo vogliamo definire così.
E perché la penso così? Perché penso che progettare CON gli altri sia un livello maggiore di maturazione umana. Progettare "solo" con sè stessi è sempre un progetto, ma secondo me ad uno scalino inferiore . (non scalino morale!)

Come i contratti di lavoro: consideri meglio un imprenditore che ti assume "a tempo" e quando gli va ti licenzia o quello che ti assume "a tempo indeterminato"? Tu mi dirai: entrambi sono legittimi. Certo, però sottintendono due filosofie e due solidità sottostanti del tutto differenti.

(poi se a questo vuoi aggiungere un credo religioso lo puoi fare e io lo faccio, e andiamo anche su altri ambiti, ma non era questo il punto)

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Re: Orientamento vs Decisione. Da che parte state?

Messaggio da SilverKitsune »

Secondo me, se portiamo il tutto sul piano della discussione monogamia vs poligamia/poliamore, non siamo più nel tema originale. Non sto dicendo che non sia interessante discuterne - per me lo è eccome! - ma che non bisognerebbe mischiare l'orientamento e il comportamento con le preferenze relazionali.

Per quanto mi riguarda, all'oggi penso che la monogamia e la non-monogamia siano preferenze innate, non preferenze scelte, nel senso che una persona può avere uno o più partner, ma ciò non cambia da quante persone si sente attratt* (cioè se è monogam* o no). Che fosse una "forzatura" nella notte dei tempi? Può darsi, dopotutto i primati non sono nati monogami, ma da allora tantissime cose sono cambiate.
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Re: Orientamento vs Decisione. Da che parte state?

Messaggio da Sidhe »

La mia decisione è sempre agire in modo più conforme possibile alla mia natura, sia in termini di orientamento che in altri ambiti della vita. Secondo me puoi chiamarla "decisione" solo fino a un certo punto, è solo fare la cosa migliore per sé stessi.
Non ci sarò quando verrai a cercarmi nel sole... che la tua vita non è la mia, io sarò già andato via... [Angelo Branduardi, Lamento di un uomo di neve]

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