Nell'ottica di uno spunto costruttivo...

Per tutto ciò che riguarda l'asessualità e gli asessuali.
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Bianca
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Re: Nell'ottica di uno spunto costruttivo...

Messaggio da Bianca »

Che poi, alla fine, qual è l'interesse degli asessuali?
Essere riconosciuti come realtà naturale e indiscutibile, in tutte le loro diverse varianti e sfumature.
Arrivati a ciò, ciascuno di loro, deve essere libero di gestire questo aspetto, come meglio si sente di farlo, sapendo di poter avere un aiuto, nel caso fosse necessario.
Un aiuto per capirsi meglio, accettarsi, avere conferme o smentite, ma nulla di invasivo o stravolgente.

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gio74
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Re: Nell'ottica di uno spunto costruttivo...

Messaggio da gio74 »

Fantasmi ???... Cioè qua stiamo parlando di stupri "correttivi" (solo all'idea c'e da mettersi le mani sui capelli), e c'e ne usciamo con fantasmi ??

Moleskine
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Re: Nell'ottica di uno spunto costruttivo...

Messaggio da Moleskine »

Mica ho detto che i fantasmi non esistono? Possono però essere scacciati. Ed è quello che TUTTI dobbiamo prefissarci di riuscire a fare.
Il solo esserci, per di più in coesione, ponendoci da comunità, accogliendo da comunità; può rappresentare un importante palliativo contro alcune "distorsioni". Non è detto che alla lunga, questo non possa diventare un rimedio pure più efficace e duraturo. Ma ci vuole anche unione a far la forza.

E' comunque sempre opportuno, mi permetto, considerare la reale incidenza di tali "distorsioni". Per questo condivido in pieno i riferimenti di Bianca.
Credo che tali "distorsioni", rappresentino un'eventualità molto remota, che può talvolta comunque palesarsi. Voglio dire, ci sono scienziati nelle chiacchiere da bar, figuriamoci in ambiti clinici.
Dovessimo essere bravi, però, a fare quadrato, perseguendo logiche che siano INCLUSIVE, che vadano nelle direzioni più funzionali ed opportune; ognuno (nella misura e nelle modalità attraverso le quali intende spendersi) contribuirà a smorzare definitivamente anche la "remotezza" della distorsione.

Diversamente, c'è il rischio di diventarne noi ricettacolo per i fantasmi...

Ed è questo che intendevo dire.
Ultima modifica di Moleskine il mer mag 03, 2017 6:10 pm, modificato 1 volta in totale.

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Bianca
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Re: Nell'ottica di uno spunto costruttivo...

Messaggio da Bianca »

Non deve proprio succedere che gli asessuali diano ospitalità a fantasmi inconsistenti.
Io ripeto: occhi aperti.
Non si può escludere che in qualche famiglia, abbiano costretto il figlio dichiarato gay, ad andare a prostitute, persino a sposarsi.
Sappiamo che danno in spose, bambine ad anziani, che l'infibulazione continua ad essere praticata, anche ad opera di qualche medico.
Ma non possiamo promuovere ad informazione che la medicina ritenga che per "guarire" gli asessuali, si debba farli oggetto di violenza.
Su una donna, la violenza, che sia asessuale o sessuale, avrebbe esattamente lo stesso effetto.
Su un uomo, qualcuno mi spieghi come si fa a violentarlo.

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SoItIs
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Re: Nell'ottica di uno spunto costruttivo...

Messaggio da SoItIs »

Buon pomeriggio a te, Moleskine, e a chi sta leggendo.
Hai aperto un thread indubbiamente interessante, trattando uno spettro di spunti stimolanti tutt'altro che scontati, lambendo approfonditamente alcuni aspetti cruciali, tutti concatenati fra loro. Le ponderate e coerenti riflessioni che esponi non posso che comprenderle e in amplitudine condividerle. In tal senso, pur arrivando a distanza di qualche giorno, mi pregio di farti sapere che sei stato convenuto nel proposito e non ignorato nell'intento.

Senza ricalcare punto per punto quanto da te enunciato -non me ne volere, ma non godo attualmente del lusso di una tranquillità conciliante il pensiero- vorrei buttare giù qualche riflessione, a mo di conversazione rilassata, ponendomi su piano filosofico-pragmatico, senza alcun senso profuso di verità assolute o ambizioni di sorta.

Ordunque, l'asessualità è un "quid", un concetto ad ampio respiro, caratterizzato da una plètora di sfumature. Non si presta ai significati monocromatici, monodimensionali. È un delitto ridurla ad una mera, asfissiante ideologia, toglierle la leggerezza, appesantendola equiparandola ad una mera discriminante, per poi farsene scudo nelle battaglie pirriche.
Ma resta pur sempre un concetto. Come in tanti altri casi, resta un termine, e ci sono, ci saranno sempre persone che pur avvicinandosi o anche solo entrando in contatto -indipendentemente dalla motivazione- non è affatto scontato che vi si riconoscano. Altre che rifiuteranno superficialmente, altre motivatamente, di accettarlo. Altre che ostentatamente ricorreranno al più bècero ostracismo. Altre ancora che si ammanteranno di una egoistica tolleranza o concederanno dall'alto della loro magnitudine vuota accondiscendenza. Infine, ci saranno persone che semplicemente faranno uno sforzo e riusciranno a comprenderlo, pur senza condividerlo.

È ben per questo che più che autodefinirsi con un termine semanticamente netto è essenziale creare le condizioni per un percorso che riesca a coinvolgere le persone interessate -intimamente o culturalmente- libere dai corsetti ideologici. Coinvolgere, stimolare l'interesse, comprendere, condividere. Senza insegnare, senza convincere, senza imporre. Essenziale è che ci si ponga su piano paritario, che altro non è che creare le condizioni per una comunicazione proficua. Con l'umiltà -corrisposta- di non essere nel giusto, ogni anelito di orgoglio messo da parte e l'aggressività soffocata; senza autodefinirsi, che già è sufficiente per sostituire la volontà -positiva- di incontro con quella -negativa- dello scontro.
Questo piano paritario -spesso superficialmente bollato come impraticabile - è imprescindibile, esige una punteggiatura semantica chiara, predilige l'assertività, gradisce la determinazione ponderata, permette una comunicazione proficua e mal si concilia con l'arroganza, l'autoreferenziale, la confusione. Non è una garanzia, ma una possibilità.

A parer mio è l'humus che permette l'espressione spontanea della libertà di pensiero, una libertà che inevitabilmente in un ambito sociale non può essere assoluta.

Mi ricollego alla tua esortazione "a noi la libertà nell'approccio".
Riconducibile ad essa è il mio intendere l'asessualità anche come un “qualcosa” di intimo che non ho necessità di ostentare e che non mi qualifica. L'attuale bisogno di classificare, pur se non bollabile come un qualcosa di per se negativo, lo diviene allorquando la classificazione diviene un mero etichettare, che in ultima analisi null'altro è che un miope e comodo riassumere una persona, stigmatizzandola, un indulgere alle apparenze. Ritengo che sia benefica un'apertura mentale che riesca anche a considerare sino alla comprensione un punto di vista divergente. Ecco ad esempio perché non rilevo un significato negativo a prescindere nell'accostare il verbo “scegliere” all'asessualità. Ancora, la considero per il mio vissuto al contempo un dono ed una maledizione, senza che alla maniera di Mani questi estremi ne soffochino le infinite sfaccettature. Non provo risentimento per chi in questi anni non ha saputo o voluto occuparsi di me, riducendomi ad un concetto incompreso e bollandomi come malato o bugiardo, scappando senza porre domande o arroccato sui bastioni delle proprie convinzioni. Piccola divagazione: voglio guardare avanti senza il peso delle esperienze negative passate, senza farmi condizionare da esse, senza illudermi con le solite scorciatoie e nemmeno senza ricorrere al capro espiatorio di turno, che altro non sarebbe che una comoda, egoistica deresponsabilizzazione. Senza togliere niente a nessuno vorrei solo sottolineare che là fuori vi sono destini che si trovano a dover fare i conti con torti, ingiustizie e sofferenze ben più gravi, finanche inimmaginabili, debilitanti. Soffermarsi un attimo prima di rimostrare è sempre benefico, la distanza, la vista d'insieme, permette anche di ridere dei propri guai o perlomeno di non prendersi troppo sul serio, senza sminuire la gravità di certe situazioni.

Giungendo al mezzo di comunicazione, senza scandagliare ogni dettaglio, mi soffermerei sul forum. Hai percepito un diffuso grado di rilassatezza, profusione di argomenti trattati, questa percezione aderisce a quanto avverto io stesso.

In questo forum prevale nettamente la comunicazione, gli antitetici casi di confusione sono mirabilmente circoscritti. Scrivo “mirabilmente” perché non è nulla di scontato, tutt'altro, il plauso doveroso va in primis a chi modera e gestisce il forum, e a tutti coloro che partecipano, agendo responsabilmente. È il presupposto per un clima rispettoso e permette un elevato grado di reazione pro-attiva ad episodi di disinformazione ed ai rari casi di strumentalizzazione del forum per velleità personali di singoli partecipanti. Per questo sono fiducioso che questo forum non offrirà facilmente terreno fertile ad un approccio ideologico, ostaggio dei meccanismi innescati dagli -ismi con tutte le conseguenze nefaste osservabili negli ultimi mesi su diversi gruppi presenti sui social, “bolle filtranti” in primis. Aggiungo che pur non compartimentato, il forum non è stato invaso da troll o peggio, dai bot, causa di ferale corruzione data la loro capacità di influenzare e disturbare la comunicazione, nel creare l'antitetica confusione con finalità manipolative.

La vicinanza al movimento “LGBT” è indubbiamente caldeggiata e tangibile; tuttavia non percepisco una intromissione sino all'invasività stile “campagna pubblicitaria” martellante e strutturata centralmente. La vicinanza a determinate sedi o gruppi locali penso sia nata spontaneamente, senza un disegno preciso a monte. Tra l'altro l'acronimo “LBGT” così come la variante dibattuta “LBGTQ” è considerata da alcuni come una forzatura; questo perché -oserei scrivere fortunatamente ed inevitabilmente- non esiste un gruppo compatto, omogeneo “extra-eterosessuale” -mi si passi l'espressione- singole persone ed anche gruppi non vogliono essere accostati ad altri gruppi, anche semplicemente perché non vogliono essere definite e ridotte al loro orientamento sessuale. In questo concordo con te sia nel considerare il gruppo strutturato come movimento complesso e differente, e che l'accostamento/affiliazione dell'asessualità sia un'opzione tra altre che può, non deve per forza riguardare singole persone asessuali. Ad ogni buon conto non ritengo si possa presupporre che vi sia una compatibilità naturale, una sorta di sintonia a prescindere, tra persone aderenti al movimento LBGTQ e persone asessuali, per converso assente nelle persone eterosessuali. Si potrebbe argomentare che questo sia da imputare ad una maggiore sensibilità, ma anche questa semmai andrebbe ascritta alle singole persone, non ad un insieme definito per convenzione, quale che sia, salvo ricorrere alle solite, logore etichette.

Come esempio di affermazione autoritaria cito fra tanti, in quanto intervento ragionato, non precludente la discussione, bilanciato, necessario, il thread di Ithaca "Elitarismo asessuale e Anti-sessualità". Indica come chiaramente indesiderato il ricorso all'-ismo di turno, con una punteggiatura semantica chiara quindi esempio di atto di comunicazione riuscito, tracciante una linea guida senza compromettere il piano paritario.

Tratti la questione dell'influenza derivante dalla “corrente battuta” sui lettori e sui partecipanti. È un tema delicato, di cui illustri esaurientemente gli aspetti salienti.
Il quesito che poni nell'ultimo capoverso mi conduce a quello che contraddistingue ogni persona responsabile: l'interrogarsi costantemente sul proprio agire, indulgendo nel dubbio senza farsi travolgere da esso, finanche dissezionando i sensi di colpa senza che essi divengano distorcenti, spinti a non accettare acriticamente un concetto, un'idea, confrontando e soppesando gli argomenti, discutendo, revisionando eventualmente il proprio punto di vista, il che conduce in ultima analisi ad un'opinione critica.
È evidente che vi sarà anche chi per scelta o apatia accetterà acriticamente ogni concetto, idea ed opinione ritenuta compatibile, difendendo a spada tratta le proprie posizioni; questo non si può evidentemente evitare ma non andrebbe “corretto” forzatamente. Ecco che diviene cruciale la buona fede poiché è in questi casi in cui è facile che si propaghino le ideologie (questo aspetto meriterebbe un post dedicato).

Giungo così anche alla conclusione di questo post che probabilmente apparirà a tratti erratico, forse ermetico, sicuramente arzigogolato. Chiedo venia al lettore, ma come ho scritto innanzi la mancanza di tranquillità, finanche di un bicchiere, non favorisce il fluire ordinato delle riflessioni, peraltro stimolate dallo scritto ampio, articolato, profuso quale è il post iniziale ed il presente thread nella sua somma.

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Re: Nell'ottica di uno spunto costruttivo...

Messaggio da SoItIs »

Bianca, chiedi come si fa a violentare un uomo.
Esattamente come si violenta una donna, moralmente e/o fisicamente.
Esattamente come la violenza non si ferma neanche innanzi alla tenera età, colpendo senza distinzione bambine e bambini.
Esistono casi storici di stupro maschile ad opera di uomini, casi seppur isolati di uomini violentati da donne.
Pier Paolo Pasolini aveva denunciato ciò che "non poteva essere": nel suo ultimo lungometraggio del 1975 "Salò o le 120 giornate di Sodoma" illustra in maniera cruda, affatto romanzata, profondamente scioccante gli abissi dell'animo umano capace di atrocità che superano l'immaginazione.
Il regista austriaco Michael Haneke nel 2007 girò ex novo il suo film "Funny Games" del 1997. Anche questo film è crudo, scioccante, manipolativo e rende palpabile la violenza morale e fisica, resa più grave e moralmente inaccettabile dalla totale gratuita della stessa.
Più diffusa, ma non percepita perchè ancora soffocata da preconcetti e retaggi storici è la violenza di coppia subita dagli uomini; esiste ma non se ne parla, concettualmente non può esistere, e ancora oggi un uomo deve soffrire in silenzio, non deve lamentarsi. Se lo fa è un debole, viene stigmatizzato.
Indubbiamente il fenomeno è meno diffuso dei tristi casi inversi, ma è in aumento, basti pensare che in Germani sono state aperte le prime due strutture assistenziali, nelle intenzioni indirizzate a alle vittime di pedofilia, a sorpresa vi si recano sempre più uomini vittima di violenza domestica.
Violenza domestica: va dalla violenza morale sino a quella fisica: calci, morsi, lancio di oggetti contundenti. In questo abisso non vi sono differenze tra uomo e donna. La violenza non ha colore e non è appannaggio di nessuno.

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Bianca
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Re: Nell'ottica di uno spunto costruttivo...

Messaggio da Bianca »

La mia domanda si limitava a prendere in considerazione soltanto una violenza sessuale su un uomo da parte di una donna.
D'altra parte, se si pensa che si possa curare l'asessualità con uno stupro, non credo si contempli il lancio di coltelli o statuine di porcellana.
So che la violenza, di per sè, può essere di vario genere, anche molto nascosta, dissimulata e subdola. Difficilissima da dimostrare.
Sono parole, rimproveri sprezzanti, rifiuti. Tutte quelle raffinatezze che hanno lo scopo di far sentire l'altro, sbagliato e mancante.

So che la violenza di coppia, può essere terribile, anche da parte della donna nei confronti dell'uomo.
Una donna ha certe raffinatezze nel linguaggio, che può ridurre un uomo ad un verme con quattro parole.
Due schiaffoni lasciano i segni, le parole hanno effetti devastanti e non visibili.

Moleskine
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Re: Nell'ottica di uno spunto costruttivo...

Messaggio da Moleskine »

Caro Soltls...

Altro che fluire disordinato... del mio proposito, che a confronto è roccia grezza, ne hai reso un diamante!
Ti ringrazio per l'apprezzamento; superfluo dirti che ti sottoscrivo finanche nelle virgole. Mi hai fatto venire in mente quel capolavoro di Gaber che è "La libertà".
Grazie davvero per il prezioso contributo.

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Messaggio da SoItIs »

Caro Moleskine,

la tua roccia, più che grezza, è solido granito, che io ho dissezionato e lavorato, ovvero, è stata l'incipit compiuto dal quale si dipanano le mie riflessioni. È sempre gratificante poter semplicemente dialogare, lascia che ti ringrazi a mia volta.
Giorgio Gaber... "libertà è partecipazione", già, calza a pennello, concordo, un capolavoro.
Onoriamo anche Fabrizio de Andrè, "la bomba in testa", "il bombarolo"... ed ancora ed ancora... gli anni '70 del secolo scorso, gli "anni di piombo", ma sopratutto anni di conquiste civili, un decennio fertile, in ogni senso.

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