Riflessione privata condivisa

Per tutto ciò che riguarda l'asessualità e gli asessuali.
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Alessiö
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Re: Riflessione privata condivisa

Messaggio da Alessiö »

Delirio:

Buongiorno, come va?
cerco di rispondere a quello che hai scritto.

Sembra che tu abbia interpretato il mio approccio come un trucchetto, trascendere il quotidiano per evitarne i problemi. Però dal mio punto di vista sembra che da sempre l'uomo abbia fatto il contrario, ossia creare il quotidiano per non affrontare il trascendentale.
Comunque io non mi sento ne un animale sociale infognato nel quotidiano, ne un Buddha che vive in pace, e mi sembra evidente!
Il caos che dici te, le emozioni, il naufragare e il lasciarsi andare alle correnti emotive, appartiene al mondo della trascendenza, quella che filtra nel quotidiano ne è un'ombra e senza sviluppare una minima idea di gerarchie di valori si rischia, secondo me, di confondere la merda con la cioccolata, ovvero pensare che soffrire in qualche modo sia giusto, quando invece, SECONDO ME, l'unica utilità di sofferenza è l'interpretazione e il superamento di essa, per crescere, non come essere sociale, ma come persona o qualcosa di più grande di se stessi

J.P.Klondike
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Re: Riflessione privata condivisa

Messaggio da J.P.Klondike »

Matty ha scritto:
J.P.Klondike ha scritto:Da qualche parte è necessario partire per costruirsi un futuro alla luce del sole. Io so che tante tante persone, uomini o donne, preferirebbero vederci sparire, vorrebbero che l'asessualità non eistesse, e non ho ancora capito che noia gli si dia. Proprio per questo, quando ne trovo uno, ho preso la buona abitudine di offenderlo un po'. Forse non sarà correttissimo, ma è un piacere vederli rabbiosi e frustrati. Ad un certo punto è bene reagire, altrimenti si finisce con LaRepubblica che scrive articoli come "asessuale: castità una scelta di vita". Se trovassi il giornalaio che ha scritto una cosa del genere, non sarei autorizzato a mandarlo in domo?

Signori coi signori, e bifolchi coi bifolchi!
Fare i signori, sempre e comunque, sarà nobile, ma poco condivisibile, dal mio punto di vista.
Be' sai son toscano e pisano. Quindi bfolchissimo XD Son crescito a latte e sarcasmo quindi mi vien naturale.

Essenza quello che dici lo condivido a pieno. Dico solo che la lussuria dev'esse bomba. Pur non arrivandoci e non interessandomi, ci credo che sarebbe un'esperienza da fare e un po' dispiace non poterci arrivare. Nel senso mi è sempre dispiaciuto non poter ricambiare uno sguardo lascivo e voglioso di ragazze con cui sono venuto in contatto. E ripeto non parlo solo di sesso, ma proprio di passione...di spirale ovale via. Per quanto mi riguarda io sono sempre stato nel mezzo, sempre meh, mai entusiasta di nulla e con nulla che riesca a emozionarmi e sorprendermi.

Tralasciando le chiacchiere tra uomini, la gioia e la passione neglio occhi e nella voce delle mie amiche che durante gli anni mi hanno raccontato leloro esperienze mi hanno fatto capire che c'è qualcosa che non comprendo. Qualcosa di bello e assoluto che mi sfugge.

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Delirio
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Re: Riflessione privata condivisa

Messaggio da Delirio »

Sembra che tu non abbia interpretato bene quello che ho detto e l'abbia presa come una critica personale, quando non lo era affatto, ma soprattutto, il mio discorso aveva un senso diametralmente opposto a quello che hai capito tu.

Probabilmente mi sono espressa male, oppure l'averla presa come un attacco al tuo stile di vita e pensiero ti ha fatto fraintendere tutto.

Vediamo se riesco a chiarirti meglio, andando per punti, quello che intendevo.

Purtroppo sono dal cell e non riesco a gestire bene i quotes e la scrittura, vedo di fare del mio meglio!
Tra l'altro dal cell scrivo lentissima...
Mi ci vuole un secolo!

Quote Alessio: "Sembra che tu abbia interpretato il mio approccio come un trucchetto, trascendere il quotidiano per evitarne i problemi."

No, non necessariamente.
Io sono d'accordo con te che la realtà vera, e l'unica che possiamo effettivamente conoscere, sia quella interna.
Per il semplice motivo che, come diceva Kant, noi percepiamo il mondo attraverso degli occhiali con "lenti verdi", quindi, lo vediamo verde.
Spiego meglio l'allegoria.
Noi percepiamo ciò che è esterno a noi, non nella sua forma effettiva ed oggettiva, ma in forma fenomenologica, ovvero in una forma filtrata dai nostri sensi, che sono come lenti colorate e ci rimadano un'immagine interiore soggettivata, non oggettiva, ma deviata dal sistema sensoriale stesso e a sua volta elaborata attraverso i nostri processi mentali a priori.
Quello che sentiamo, vediamo, proviamo, percepiamo, tutto è frutto di un processo interiore, che crea una realtà fittizia proiettata verso l'esterno, che però ci appare come concreata e vera.
Anche le altre persone che ci circondano, in quest'ottica, non sono altro che percetti, ed esistono in noi nella misura e nel modo in cui noi siamo disposti, consciamente o inconsciamente, a percepirli.

La realtà esterna, esiste, ma non ci è possibile sperimentarla in modo oggettivo in quanto siamo vittime dei nostri stessi sensi e del nostro bisogno di certezze. Quella che vediamo ogni giorno, è solo un illusione, Maya.
Se lo comprendi, se ne riesci a prendere atto e soprattutto se lo vuoi, allora puoi riversarti dentro te stesso, per cercare l'unica vera realtà che puoi conoscere, che non è quella materiale, ma la tua, mentale, spirituale e interiore.
Questa è la mia visione del mondo, e credo sia simile alla tua, in un certo modo.

Io non ti stavo accusando di evitare i problemi, di usare trucchi per "difenderti" dal quotidiano.
Questo lo sai tu.
Sei tu che mettendo in dubbio te stesso devi capire quanto sia reale il tuo spiritualismo o quanto sia una difesa per proteggerti dal quotidiano, che può concretizzarsi in conflitti interiori generati dall'opposizione fra la Volontà, e lo stile di vita che una persona adotta o è costretta ad adottare, oppure fra la sua vera essenza e l'immagine che vuole dare di se, ecc..
Io non stavo attaccandoti; per quanto ne so, tu potresti seguire questa visione filosofica sia per un'effettiva linea di pensiero, sia per proteggerti, ma questo io non posso saperlo, dovrei conoscerti bene e dovresti permettermi di entrarti in testa, per solo poter tentare di comprenderti. E anche se tentassi, sarei comunque un esterna a te.
Quindi, ripeto, non era un attacco personale.
Era solo un constatare che la tua filosofia, seppur io la trovi molto condivisibile, ha un limite. Un limite dal mio punto di vista.
Questo limite lo riscontro nella mancanza del Caos, dell'inevitabilità, dell'impotenza, della deresponsabilizzazione, della crisi, del turbamento. Sia nelle loro accezioni positive che negative.
Io trovo che tutto questo caotico abisso, se pur illusorio, dia sapore alla vita, che sennò resterebbe piuttosto piatta.

Banalmemte: come ho detto prima, le altre persone, essendo esterne a me, sono illusorie, la percezione che io ho di loro è data dai miei sensi e dalla mia mente, non tanto da loro stessi.
Quindi, a regola, io sono agente sulla percezione che ho degli altri, non il contrario, come siamo portati naturalmente a pensare.
Se mi attenessi a quest'ottica, in cui le persone (percette) sono, o semplici illusioni, o frutto dei miei processi mentali, sarei di conseguenza portata a svalutarli, a non legarmi veramente a loro, a non aver veramente voglia di conoscerli ed apprezzarli, ad avere un blocco che mi impedisce di dargli davvero importanza.
Perché, ammettiamolo, noi diamo importanza alle cose e alle persone quando sentiamo o ci illudiamo che siano loro gli agenti a suscitarci sentimenti ed emozioni.

Quindi, quello che volevo dirti, e spero di aver spiegato meglio, è che pur condividendo la tua ottica, a me piace anche illudermi.
Illudermi di essere in balia della realtà, delle persone, delle cose esterne. Perché mi da' picchi emotivi, da' sapidità alla mia vita, quest'illusione.
E allora, consciamente, volontariamente, scelgo di lasciarmi andare e viverla.
Questo non mi impedisce di avere anche la visione trascendentale. Ma, ora come ora, pur conscia che sia Maya, io adoro l'Illusione, così come adoro la Trascendenza. E le fondo, e mi stupisco e le apprezzo entrambe e sono in pace, in Serenità, a modo mio!

Io ho compreso e ho capito la tua filosofia di vita, stavo solo dicendo che, seppur siamo solo di passaggio, seppur la realtà è un illusione, alla maggioranza della gente questa illusione piace viverla come vera.
Se spostiamo la causa efficiente, il motore effettivo della nostra vita, verso l'interno, ci accorgiamo di poter essere padroni di noi stessi, e che indirizzando la nostra Volontà possiamo potenzialmente fare tutto, controllare e prendere seriamente le redini della nostra vita. Possiamo controllare anche l'imprevisto, perché possiamo agire sul nostro modo di percepirlo. Come, per esempio, un lutto: possiamo viverlo come la semplice fine di un viaggio, anzi che farci travolgere dal Caos delle emozioni, farci turbare, farci cambiare.
Ma io preferisco viverlo nel secondo modo, caotico, confusionario, annichilente e poi sublimante.

Quoto Alessio: Però dal mio punto di vista sembra che da sempre l'uomo abbia fatto il contrario, ossia creare il quotidiano per non affrontare il trascendentale.

E certo che lo ha fatto! È più facile, più immediato e più sconvolgente!
Ma per lo più "creano il quotidiano" a livello non cosciente, danno per scontato che sia quello il vero.
Il bello arriva quando vai oltre! Quando scopri il Trascendente, ma non bandisci il Caos del concreto!
E allora ti dividi e ti fondi in entrambi, e usi l'uno per elevare e comprendere l'altro!
Pura estasi!

Almeno per me, èh!
Poi se tu preferisci solo il Trascendentale, mica mi tange. Credo che ognuno sia libero di avere la propria visione.
A me solo il Trascendentale sembra incompleto. Io fondo entrambi.

Quoto Alessio: Il caos che dici te, le emozioni, il naufragare e il lasciarsi andare alle correnti emotive, appartiene al mondo della trascendenza, quella che filtra nel quotidiano ne è un'ombra e senza sviluppare una minima idea di gerarchie di valori si rischia, secondo me, di confondere la merda con la cioccolata, ovvero pensare che soffrire in qualche modo sia giusto, quando invece, SECONDO ME, l'unica utilità di sofferenza è l'interpretazione e il superamento di essa, per crescere, non come essere sociale, ma come persona o qualcosa di più grande di se stessi.

E la pensi come me! Vedi che sei partito in quinta perché ti sei sentito attaccato?!
Ahahah.
Ogni esperienza, dolore compreso, è giusta e meravigliosa. Sia in bene che in male.
È giusta perché ci fa scoprire una parte nuova di noi, ci mette in contatto con sensazioni e ragionamenti che altrimenti non avremmo mai potuto fare.
La sofferenza, così come l'amore, come la gioia, come l'odio, sono tramite per capire se stessi. Sono sentimenti più o meno forti, ma se li lasci andare, se li lasci crescere, diventare immensi (e secondo me, puoi farlo solamente lasciando il ruolo d'agente e illudendoti di essere oggetto in balia degli eventi), arriverai a picchi emotivi e sensori che possono anche distruggerti, ma se li superi, se ne sei in grado, saranno catartici. Arriverai ad una nuova consapevolezza di te e della tua realtà. Ti eleverai.

Ma appunto, per elevarti, per mia opinione, devi anche lasciarti andare all'illusione, in modo che ti sconvolga col suo Caos, un caos dato dal sentirsi un oggetto in balia del tutto.

Quindi si, sono un esserino di passaggio su sta Terra dispersa nell'Universo, ma ogni cosa che avviene in me, ogni cosa che mi sconvolge, io me la godo, nel bene e nel male; e le questioni che mi affliggono o mi esaltano, così come le persone che mi capita di incontrare in questo percorso di vita, le valuto importanti, gli do peso, anche se so che sono solo estere a me, percetti, temporanei, quanto me.
E lo faccio per il semplice motivo che è bello così. Vivere, e sentirsi speciali.
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Re: Riflessione privata condivisa

Messaggio da J.P.Klondike »

Cmq avevo sbagliato. Non Essenza ma Delirio. Con tutti sti colori e nomi un po' così mi mandate nel panico XD

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Bianca
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Re: Riflessione privata condivisa

Messaggio da Bianca »

Gesummmmmmio!!!!!

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Re: Riflessione privata condivisa

Messaggio da gio74 »

Alessiö ha scritto: A volte, viaggiando spesso in zone con forti contrasti sociali, dove da una parte della strada vedi una famiglia che rovista tra la spazzatura per cercare qualche avanzo sporco di cibo e dalla parte opposta un hotel di lusso con Bentley che vanno e vengono, mi fermo a parlare con i più dosagiati e non resisto dal chiedergli ogni volta se non gli fa rabbia che loro siano così poveri, malati, senza via d'uscita e altri siano tanto ricchi e sprechino tante cose per le quali loro dovrebbero lavorare 100 vite per permettersele. Tutti mi rispondono come se la mia domanda non avesse senso, mi dicono che non ci pensano, non è una cosa che li riguarda, la loro vita è quella , la vita degli altri segue altri parametri, non c'è un meglio e un peggio, è così e basta, trovano la mia domanda stupida e inutile. E hanno proprio ragione. Che senso ha valutare la propria condizione in base a parametri che non ci includono?
No su questo non sono d'accordo, a me farebbe rabbia, anzi la fa anche se non sto nella condizione di disagio che tu descrivi, e non è invidia è solo consapevolezza che non c'è scritto da nessuna parte che ci deve essere gente che fruga nell'immondizia per cercare qualcosa da mangiare e gente ricchissima, consapevolezza che il mondo può essere migliorato e cambiato, ma spesso ti rispondono così proprio perché a loro manca questa consapevolezza

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Re: Riflessione privata condivisa

Messaggio da Alessiö »

Non lo so Delhi (ti chiamo così che tanto me lo corregge sempre se scrivo Del), mi sfugge qualcosa del tuo ragionamento, non capisco perché metti in conflitto il pensiero trascendentale e quello quotidiano, la visione diciamo "mistica" del mondo include il quotidiano, sa che è un'illusione, ma non ci sono giudizi tra ciò che è giusto o sbagliato. Sentire l'esistenza con approccio mistico non è una scelta, ci si nasce, come ci sono persone che nascono con il talento di giocare bene a calcio, ce ne sono altre che nascono con una sensazione più sviluppata dell'esistenza, e nell'ottica del mistico non c'è un meglio o un peggio, non c'è dualismo. Il quotidiano non viene abbandonato dall'asceta, l'asceta "rinuncia" al mondo per raggiungerlo. E l'asceta per come lo intendono in oriente non è necessariamente il rinunciante che vive isolato dalla società, ma può essere un personaggio qualsiasi, da un re a un barbone alcolizzato, da un monaco a un puttaniere. È la visione del mondo che è particolare, e prima o poi, secondo questa interpretazione dell'esistenza, tutto ciò che esiste in Maya è destinato a trascendere Maya, senza sforzo ne desiderio di farlo, viene da se, non ci si deve sforzare mai di essere ciò che non si è. Mi sembra un consiglio condivisibile

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Re: Riflessione privata condivisa

Messaggio da Bianca »

Sì, per quanto è nelle nostre possibilità, noi possiamo cambiare degli aspetti che ci caratterizzano.
Infatti, nel corso della nostra vita, mutiamo più volte, per esperienza, per difenderci, per amore, per necessità, per convinzione.

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Re: Riflessione privata condivisa

Messaggio da Truele »

Si possono fare tanti ragionamenti, si possono postare molte opinioni in merito ma ognuno ha un vissuto particolare che non va giudicato ma compreso. Per alcuni versi mi ritrovo in quello che dice Alessio, per altri nei pensieri di Klo, capisco e condivido alcuni aspetti del ragionamento di Del e mi ritrovo nell'esperienza di Gio.

Se dovessi mettere per scritto il mio pensiero direi che, da quando ho scoperto (tardi, molto tardi) come sono... beh... sono più tranquilla. Però devo sottolineare che per me il fattore sesso non è mai stato motivante o limitante. Ho sempre vissuto in modo sereno pur constatando con chiarezza che ero diversa dagli altri (ma non capivo perché). Credevo fosse una mia fobia quindi evitavo ogni occasione capace di portarmi verso certe esperienze e allo stesso tempo pensavo che avrei trovato quella persona speciale che mi avrebbe aiutata a superare le mie paure. Tuttavia, nonostante questo "limite" (se così posso etichettarlo anche se non lo vedo come tale), non ho mai avuto difficoltà a gestire rapporti con gli altri e ho amato (a senso unico... ovviamente!) e amo. Ho un lavoro che adoro a contatto con gli altri, passioni e interessi che porto avanti.

Però... devo essere sincera, invidio un po' gli altri e la loro capacità di vivere appieno un rapporto di coppia. Invidio anche se non mi sentirei mai di provare, di tentare, di "mettermi in gioco". Non è sbagliato desiderare quello che altri hanno. Il mio cruccio maggiore, da quando mi sono "riscoperta", è quello di dover guardare in faccia la realtà dei fatti, smettere di pensare ad un fantomatico principe azzurro e iniziare a pensare che, per me, la vita riserva altre sorprese, altre gioie, ma non quella di una vita di coppia. Quando la cosa mi fa più male? Quando il mio amico, omosessuale, lamenta il fatto di non poter vivere la sua vita con l'uomo che ama alla luce del sole. Quanta voglia avrei, allora, di gridargli addosso che farei cambio immediatamente con la sua situazione, se potessi! Ma non posso. E fa male non poter gridargli in faccia questo perché so che lui non capisce. E allora teniamo per noi i nostri crucci, e viviamo. Viviamo. Viviamo... e pure bene, se lo vogliamo, se non ci facciamo condizionare dalle opinioni "altre".
Sbaglio a pensare così? Forse! Ma almeno penso. :D

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Re: Riflessione privata condivisa

Messaggio da gio74 »

No non sbagli Tru, arrivando ad una certa età capisci che come hai detto giustamente tu, non bisogna farsi condizionare dalle opinioni e dalla vita degli altri... Io ho un solo rimpianto, ed è di averlo capito un po' tardi questo, mi sarebbe piaciuto averlo capito prima, ma vabbé meglio tardi che mai si dice

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Re: Riflessione privata condivisa

Messaggio da Bianca »

Tru, ogni persona è il condensato di tutto quello che ha vissuto.
Ciò che non ha capito, continuerà a generare domande.
Quello che l'ha fatta soffrire, ha lasciato cicatrici, ma le ha anche insegnato a dissimulare, a mentire, ad assumere atteggiamenti ingannatori.
Succede quando scatta la legittima difesa.
C'è chi diventa aggressivo, prepotente, bugiardo, menefreghista, cinico.
Chi, maggiormente comprensivo, solidale e tollerante verso gli altri.

Ognuno elabora ciò che vive in modo diverso e il risultato delle sue elaborazioni, diventa parte integrante di sè, modifica il carattere e il modo di fare.
Quello che non si dovrebbe mai dimenticare, è di essere onesti con se stessi, perchè solo così si riesce ad essere onesti anche con gli altri.

Tu hai percepito una diversità, ma hai anche vissuto serenamente la mancanza di attrazione sessuale.

La mancanza ti diventa un problema, quando pensi che ti impedisce di vivere, completamente coinvolta, un rapporto di coppia.
Ti pone dei limiti.
Tu parli di paura.....vorresti provare ad immergerti in quel mare turchese che ti attira, ma il non vedere cosa c'è sotto, ti impedirà sempre di tuffarti.
A meno che tu non venga talmente presa dall'interesse per una persona, da trovare il coraggio di farlo.
Io credo possa succedere, perchè nella vita si cambia e cambiano anche le prospettive ed i modi di intendere i propri comportamenti.

Ho sentito una signora molto intelligente, di 75 anni, fare delle considerazioni sulla sua gioventù.
Diceva: ho un solo rimpianto, mi sono divertita poco. Ero troppo seria, troppo osservante e non sarei mai riuscita a fare diverso da come mi avevano insegnato dovesse comportarsi una ragazza per bene e di buona famiglia. Tornassi indietro ora, mi divertirei molto di più.

Guardare in faccia la realtà, non è l'alternativa di vivere nel mondo dei sogni.
Si può vivere con consapevolezza, senza smettere di coltivare desideri.
Può aprirsi una porta quando meno ce lo aspettiamo, ma dobbiamo accorgercene e, superando i timori, metterci in gioco.

Il tuo amico, deve già giocarsi tanto impegno per capire la sua situazione, per accettarne, anche lui, i limiti, per gestire il suo rapporto affettivo; non stupirti se non riesce a capire la tua.

Forse, tu hai delle risorse in più: il tuo lavoro e le attività che ti appassionano.

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Re: Riflessione privata condivisa

Messaggio da Truele »

Credo che siano proprio le passioni e le attività che svolgo che mi permettono di vivere con serenità. O vivo con serenità e quindi posso dedicarmi a passioni e altre attività?
Bah... che sia l'una o l'altra cosa... poco importa! =)

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Re: Riflessione privata condivisa

Messaggio da Bianca »

È vero, l'importante è l'equilibrio che riusciamo a creare dentro di noi, sfruttando tutte le risorse che abbiamo.
Senza dimenticare che l'equilibrio può rompersi, possono capitare cose che non avevamo messo in conto e noi dobbiamo essere in grado di farvi fronte.

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