Premetto che da circa un mesetto consulto il forum con molto interesse, e "nell'ombra" ho avuto modo di imbattermi e apprezzare sensibilità e intelligenze molto acute. Insomma…questo è un posto bello!
Altra premessa, è che ho scelto il mio “alter ego” non proprio casualmente: voglio approfittare di questo spazio per esprimermi in libertà, come se riversassi autenticamente i miei pensieri su di una moleskine, avendo un rapporto privilegiato con la scrittura…
Proprio per questo, prima di parlarvi di me, comincerò con l'esternare/condividere una riflessione probabilmente impopolare : per quanto mi riguarda, non esaspererei oltremodo il concetto di asessualita'. O per meglio dire, non lo anteporrei eccessivamente rispetto al “noi”, ecco.
Mi perplime che questa possa assumere una connotazione troppo assoluta/invadente e pertanto, ne vedrei una deriva se si rappresentasse come LA prerogativa della persona.
Ne condivido piuttosto un’accezione o dimensione più “temperata”, ovvero come una TRA LE attitudini della persona, senza che questa, pur significativa ed a prescindere da come ognuno intenda definirla, venga necessariamente anteposta alle altre.
Attenzione, alla base non c’è alcuna negazione/non accettazione, non fraintendetemi ... ed è probabile che questa mia visione sia mediata dal fatto di esser poco incline alle etichette, che spesso, in verità, rifiuto. Ma tant’è…
Credo invece nell'essenza di ciascuno di noi, e di un nostro "esserci" che sia coerente ed armonioso con la stessa, la quale essendo intima, personale, libera e soprattutto variegata, non si presta pertanto a codificazioni.
Paradossalmente, credo che ogni individuo potrebbe rappresentare un'etichetta, ma se così fosse, vivremmo in un mondo in cui gireremmo per le strade con in fronte cartelli autoreferenziali "io sono così, io sono colà…”. Verrebbe meno il tempo (ed il piacere) per la scoperta, per la curiosità, per lo stupore e per il rispetto dell' “esserci" altrui…
Con ciò, chiaramente, nulla voglio togliere (lungi da me!) al sacrosanto diritto ed alla libertà, di rivendicare ciò che si ritiene di essere indistintamente dalle aree di espressione della personalità. E se la rivendicazione può essere rafforzata attraverso uno strumento identificativo, questo non può che essere un bene.
Ma tornando al discorso, tuttalpiù preferisco "rubricare" il mio atteggiamento verso il sesso alla voce distacco/disinteresse del mio "esserci". Come una delle tante sfumature dello stesso e senza per questo, sentirne l'esigenza di dovermi collocare al di quà o al di là di un muro. O, più cinicamente, senza che la pressante spinta motrice del convenzionalismo sociale, debba sbolognarmi dall’una o dall’altra parte. Oltretutto ne sarei impossibilitato: di attitudini ne ho tante… quindi, o ergono meno muri o io dovrei essere ubiquo!
Diciamo comunque che il mio è un personalissimo "cavillo" a metà strada tra forma e sostanza, pertanto - e ci mancherebbe- anche non condivisibile.
Perché nella sostanza, sempre secondo la mia umile e personalissima visione, necessario è il distinguo tra sessualità e comportamenti sessuali.
Credo che in quanto esseri umani, ciascuno di noi abbia insita una propria sessualità, che è LIBERA e manifesta attraverso il c.d. orientamento. Qualcuno potrà dire bella scoperta l’acqua calda!
La premessa è in realtà preordinata al fatto che, ritengo, ciascuno di noi suscettibile di pulsioni/impulsi (che dir si voglia) di natura sessuale, sia pur allo stato superficiale. La stessa attrazione meramente estetica, credo sia un primordiale, in quanto istintivo, impulso di matrice sessuale…
Venendo a noi, nel nostro caso credo siano i comportamenti attraverso i quali la nostra sessualità si esplica (e perché no, si soddisfa) a costituirne una tra le varianti.
Per il sottoscritto, ad esempio, come pure immagino per molti di voi (limitatamente a chi, come me, è nel “girone romantico”
), non c’è manifestazione più intima del bacio. Un bacio vero, che sia mosso da trasporto. Non parlo mica delle pomiciate random sempre attuali nei locali del fine settimana…! Con la bocca esprimiamo, comunichiamo, saggiamo. E’ un “veicolo” prezioso. Baciarsi non è soltanto affettuoso, è un qualcosa di davvero intimo. Ed è attraverso questo comportamento che, personalmente, espleto la mia sessualità nella sua manifestazione più appagante, profonda ed appunto intima.
Ah, giusto per non scomodare personaggioni, ho scoperto che un tale Bukowski sosteneva la stessa cosa…
Per le convenzioni sociali è un atteggiamento pudico? O immaturo? E sti cavoli! Cosa sono le convenzioni sociali? Di quale società poi, quella “moderna” ? Che dell’aggettivazione ha solo la presunzione di essere tale, vista la rozzezza di tanti comportamenti nelle più disparate aree del quotidiano... Ma non voglio “deragliare”!
Detto questo, voglio anche dire che ad ogni modo trovo il concetto di asessualità funzionale a fare rete (diversamente, come tanti -forse tutti- non sarei capitato qui!) e, per quanto io non voglia sovraccaricarlo, al tempo stesso lo benedico per la sua efficacia aggregativa. Quindi va bene, anzi benissimo cosi!
Fatta questa premessona - la quale sentivo di voler condividere - venendo a me sono un ragazzo di 28 anni che probabilmente solo adesso, con l’incalzare di una maturità man mano più solida, sta cominciando a prendere consapevolezza della propria struttura/essenza interiore e dell’importanza di ”esserci” in coerenza con la stessa (scusate se insisto sul concetto, ma ci credo davvero...!)
Non è un percorso semplice, tutt’altro…
E a dirla tutta, spesso mi scontro con delle contraddizioni di fondo: pur riconoscendomi delle qualità (al netto dei limiti), succede che provando a “spenderle” nel contesto esteriore, queste assumano ai miei sensi la percezione del limite non trovandone ampia condivisione. E’ come se ‘sta mia moneta fosse svalutata!
Ebbene, puoi essere strutturato quanto vuoi (ed io ho l’umiltà di non esserlo ancora abbastanza) ma in questo contesto sociale, coi parametri che ne derivano, il rischio di sentirsi inadeguato è ahimè sempre dietro l’angolo…
Motivo per cui, qualche mese fa ho avuto un cedimento emotivo…
Tra i motivi culminanti, anche un susseguirsi di “sollecitazioni” da parte di amici e qualche familiare, i quali -chi con più tatto, chi con meno- , ritenevano che essendo di bell’aspetto (e personalmente ne ho sana consapevolezza, mai presunzione), per le mie “ali” - sessualmente parlando - volassi poco o per lo meno troppo basso… (ho chiaramente usato un eufemismo, perché i termini di tali “input” erano spesso più diretti).
Per quanto avvilente, è (mal)costume sempre più diffuso in una società sessuocentrica e con il culto del machismo al suo apice storico, che sempre più persone siano portate a ritenere tra i parametri di completezza/adeguatezza di un uomo, anche la sua mole di attività sessuale...
Ad ogni modo, visto il cedimento umorale in cui mi son ritrovato (anche per via di altri motivi personali), ho ritenuto mea sponte di iniziare a considerare il supporto di un professionista. E pertanto, dopo aver superato qualche resistenza del mio ego e, perché no, pure un pizzico di scetticismo sulla psicoterapia, ho aderito al supporto…
Inizialmente sono capitato sotto le grinfie di un cavernicolo: discorrendo del mio comportamento sessuale, questo professionista mi ha esortato a SCOPARE in quanto giovane e di bell’aspetto. Come se fosse un sillogismo: i bei ragazzi scopano! Converrete che le nostre strade si siano inevitabilmente separate dopo 4/5 sedute.
Successivamente, ho poi avuto la fortuna di essere indirizzato a una psicoterapeuta donna di grande spessore umano e competenza, e dal quale “confronto” sto trovando grande giovamento…
Con la stessa, tra le tante, mi si è aperto un mondo circa l’ampia casistica di relazioni (più di quanto si possa immaginare, specialmente tra gli under 40), che pur prescindendo dalla sessualità convenzionale -talvolta assente, talvolta “alternativa”- , vivono di afflato straordinario.
La stessa terapeuta, peraltro particolarmente ferrata sulla sfera sessuale, ha tenuto a precisarmi come queste coppie siano spesso le più solide, proprio per aver trovato un grado di empatia e condivisione che si alimenta di aspetti ben più “collanti” del momento sessuale (pur importante nella misura in cui ciascuno ne attribuisca soggettivamente importanza).
Ad ogni modo, cosa questa, che personalmente avevo sempre sostenuto ma che non mi aspettavo avesse chissà quale riscontro su scala sociale.
Sempre con la stessa, sto inoltre cercando di elaborare in che misura un paio di episodi “disfunzionali” (uno in particolare capitatomi nell’infanzia, niente di che ma… sapete, per la sensibilità di un bambino…) abbiano o meno contribuito a questo mio atteggiamento di disinteresse verso il sesso. Propendendo ad ogni modo per una “cifra” innata.
Per completezza, voglio anche raccontarvi che nell’ambito di un paio di legami più solidi, ho avuto esperienze sessuali, seppur connotate da assai sporadicità e marginalità (oltre che abbastanza “sobrie” ahah). Vissute, in ogni caso, più nel convincimento che fosse “cosa buona e giusta” per modellamento sociale che per reale impulso, con conseguente scarso coinvolgimento.
Ero tuttavia meno consapevole e più distante dal mio reale baricentro, ed ecco che ad oggi, nel ritornare ad alcuni spaccati del mio vissuto, rammento la prossimità di una voce interiore che è sempre stata tale, ma la cui autenticità ho talvolta derogato e/o mischiato per aderenza al “coro”…
Perché, col senno di poi, è evidente come nel mio vissuto (relazioni o situazioni occasionali che fossero), sia spesso capitato di filtrare una potenziale situazione sessuale -intendo mancando di prenderne l’iniziativa- , in favore di una più aderente complicità romantica. Alla luce di questo, ritengo perciò di parlare con cognizione circa la mia “forma mentis”.
Insomma questo sono io, questa è la mia indole. Nessun retaggio, nessun bigottismo, nessun’ elevazione. E non per questo io mi senta meno uomo del maschio più tipicamente “cacciatore”. A dirla tutta, pensando a un’ipotetica donna che possa esser per me fonte di bellezza, di entusiasmo, destinataria di un sentimento sincero, oltre che di rispetto e considerazione; proprio non riuscirei a vederla con in bocca il mio membro oppure intenta in chissà quale virtuosismo sessuale. Non è forse essere uomini anche questo? Non affermo. Chiedo.
Riguardo al sesso non lo demonizzo affatto. Semplicemente non ne necessito. Tuttalpiù non ne comprendo la dimensione del “chiodo fisso”. Ad esempio mi è capitato, specialmente durante qualche vacanza, che alcuni amici usassero i vari Tinder e simili a mò di bussola…ecco questo non mi piace. Come pure non mi esalta un certo bombardamento mediatico…Sex and the city, le 50 sfumature… e ci metto anche l’audacia di certi spot. Il rischio (già attuale), è di alimentarne una certa cultura di massa e relegare sempre più i rapporti sul piano del consumo. E penso soprattutto ai giovanissimi -pur senza generalizzare- che spesso non hanno ancora sufficientemente schiena dritta per filtrare certi input mediatici.
Infine, credo invece nella complicità, nella condivisione, nella comunicazione, nella premura, nell’autenticità, nel ridere e nel non prendersi troppo sul serio, nell’affinità e anche in un pizzico di diversità, come elementi edificanti e portanti di un rapporto solido ed autentico…Se vi sono questi, non vi è “barriera architettonica”. Tantomeno non può costituirla l’assenza di sesso.
Sarà pure velleitario, ma ritengo io possa stare su questa terra da uomo affettivamente completo e realizzato pur senza aver mai “violato” sessualmente la mia donna, ma, piuttosto, per essermi insinuato dentro di lei, come pure nella sua vita, e averne portato gioia e un qualche arricchimento...
Insomma…come titola una canzone che amo di Piero Ciampi (molto bella anche la versione al femminile di Nada) …L’ AMORE E’ TUTTO QUI.
