Benvenutalazygirl ha scritto:Oddio, è da secoli immemori che non frequento un forum, che sensazione strana.
Vabbuò, dicevo... sento davvero il bisogno di sentire gente che "parla la mia lingua" senza sentirmi ogni volta un pesce fuor d'acqua. Non che mi pesi la mia condizione, anzi, la vivo con estrema serenità e ne sono consapevole da parecchi anni ormai [di sicuro da adolescente lo sapevo, ma già da bambina non ero tipa da fidanzatini e cavolate simili xD]. Ma per assurdo gli allosessuali (così li ho trovati definiti in una community internazionale, io li ho sempre chiamati normosessuali) sembrano quasi infastiditi e increduli di fronte alla realtà dei fatti, il che ha cominciato onestamente a stancarmi. Che pesantezza!
C'è sicuramente una netta differenza tra il sapersi diversi e il dare un nome alla cosa. Fin da piccolo ero diverso, marcatamente. Ne ero consapevole, eppure nessuno ha mai dubitato della mia eterosessualità perché mi comportavo come si comportava il mondo attorno a me. Come uno specchio. Nascondevo chi ero e cosa volevo e in compagnia delle altre persone ero (sono anche ora quasi sempre) come volevano o si aspettavano che fossi. La sola cosa che sapevo è che amavo stare da solo e fare le cose da solo. I miei ricordi più belli prima dei 14 anni sono legati a luoghi e cose fatti in completa solitudine. Avevo amici e ci passavo molto tempo insieme, ma erano sempre qualcosa in più di non necessario.
C'era quindi una netta distinzione tra chi ero e come agivo. Poi crescendo mi sono quasi dimenticato della diversità. Diciamo che ho cominciato a vivere e credere alla mia normalità sui 15. Erano gli anni del liceo, della ribellione e sinceramente avevo troppe cose da fare e sperimentare per farmi crucci mentali sul sesso e affini. Me la sono goduti fino a 24/25. Alla fine però si diventa adulti per davvero e si deve affrontare una volta per tutte chi siamo e cosa vogliamo, ed è lì che chi sono ha incrontrato il chi voglio essere e come voglio essere percepito. Ed ho riscontrato esattamente quello che descrivi: incredulità, cattiveria e simili. E sì è stancante, però è anche soddisfacente. Affermare finalmente se stessi a dispetto di tutti coloro che provano ostilità davanti a me.